Il bilancio provvisorio è di 274 morti, secondo quanto dichiarato dal premier turco Erdogan. La tragedia è avvenuta in una miniera turca a Soma e la causa sarebbe il monossido di carbonio. A riferire l’ultimo dato è stato il ministro dell’Energia, Taner Yildiz. I minatori ancora intrappolati sono 120. Oltre 450 lavoratori sono stati salvati, almeno 80 sono feriti. Il governo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale: anche se lo stesso Erdogan ha promesso un’inchiesta approfondita su quanto avvenuto a Soma, in tutto il Paese è esplosa la rabbia per una tragedia che molti giudicano frutto di privatizzazioni selvagge e di norme che difendono le aziende a svantaggio della sicurezza dei lavoratori.

Il premier Erdogan ha già avviato un’inchiesta per approfondire le cause della tragedia, “nessuna negligenza verrà ignorata”. Dopo la conferenza, minacciato dalla folla, Erdogan si è dovuto rifugiare in un supermercato. I parenti delle vittime hanno colpito con calci e pugni l’auto su cui viaggiava il premier, costretto dalla scorta a mettersi in salvo, mentre la folla gli urlava “assassino” e “ladro”. 

Quello di Soma potrebbe rivelarsi il più grave incidente industriale nella storia della Turchia moderna. Centinaia di soccorritori continuano a cercare i compagni dalle gallerie della miniera a più di 400 metri sotto terra. Al momento dell’incendio, innescato probabilmente da un corto circuito, nelle gallerie, lunghe fino a 4 chilometri, c’erano 787 lavoratori, di cui più di 360 sarebbero riusciti a fuggire. Un’altra ottantina sono stati salvati e risultano feriti.

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