Tac spirale e un esame del sangue che potrebbe presto diventare il test chiave, limitando la Tac a controprova: la mortalità per il tumore al polmone già da oggi può essere dimezzata. Il merito è delle diagnosi precoci della malattia nei soggetti a rischio, la maggior parte grandi fumatori.

Negli Stati Uniti è stata valutata questa via su 50mila soggetti a rischio per tre anni. Ora codificata nelle linee guida dell’American cancer society emanate pochi giorni fa.

In Italia,  la scommessa è partita nel 2000 come spesso è accaduto nella storia della lotta al tumore degli ultimi cinquant’anni, con lo zampino di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Nel 2000 lo studio pilota, nel 2004 il primo Cosmos che ha seguito 5.200 fumatori e oggi Cosmos II aperto a 10 mila volontari per individuare i frammenti di Rna tumorali circolanti nel sangue, segnale dell’avvio di un tumore e non della sua proliferazione .

I fondi per questi studi sono della Fondazione Umberto Veronesi e dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).

Prevenzione:

Da tempo è noto il  legame tra alimentazione e cancro.

Si stima infatti che un terzo dei tumori nasca  proprio a tavola. S

tudi recenti di biologia molecolare hanno evidenziato la relazione tra obesità e cancro e la conseguente necessità della riduzione  calorica per evitare il sovrappeso e mantenersi in salute.

Esistono dunque meccanismi chiave con cui il cibo interagisce con le nostre cellule e dove sono raccolte le più recenti raccomandazioni dell’American Cancer Society in ambito nutrizionale.

Donne e troppo lavoro: i rischi per la salute

Le donne che lavorano per più di 40 ore settimanali rischiano di veder aumentare le probabilità di sviluppare malattie croniche come cancro, cardiopatie, artrite e diabete.

A sostenerlo è uno studio americano condotto dai ricercatori della Division of Health Services Management and Policy dell’università dell’Ohio. Gli studiosi hanno utilizzato i dati su 7500 lavoratori e lavoratrici che avevano almeno 40 anni nel 1998, confrontando le ore lavorative medie settimanali per 32 anni (dal 1978 al 2009) con l’incidenza di otto malattie croniche: cancro (tranne quello della pelle), patologie cardiache, artrite o reumatismi, diabete, malattie polmonari croniche come bronchite o enfisema, asma, depressione e ipertensione. I risultati, pubblicati sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, hanno evidenziato un maggiore rischio per le donne.

“I risultati tra i lavoratori di sesso femminile sono stati sorprendenti – ha dichiarato Allard Dembe, primo autore dello studio – . L’analisi ha rilevato un rapporto chiaro e forte tra orari di lavoro lunghi e le malattie cardiache, il cancro, l’artrite e il diabete.” I rischi iniziano ad aumentare per chi ha lavorato per più di 40 ore settimanali, si intensificano oltre le 50 ore e triplicano quando le ore lavorative superano quota 60.

Le cause devono essere ancora indagate a fondo, ma i ricercatori sono convinti che debbano essere imputate allo stress e alla pressione con cui le donne si ritrovano a dover fare i conti, gravate anche dagli impegni familiari. Dividersi tra lavoro e famiglia, quindi, a lungo andare potrebbe logorare la salute delle donne.

D’altronde, non è la prima volta che si sente parlare di cancro in rapporto allo stress. Ci sono infatti diversi studi che sottolineano come lo stress e la pressione favoriscano una condizione di immunodepressione, aumentando così il rischio di ammalarsi di patologie oncologiche.

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