Parità di genere negli asili. Infiammano le polemiche

“Pari o dispari, il gioco del rispetto” è il nome di un progetto che sta per partire nelle scuole dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia. Dopo una fase sperimentale in quattro strutture, è stato il Comune di Trieste a dimostrare più entusiasmo.

L’iniziativa, facoltativa, “propone un cambiamento di atteggiamenti sul tema del genere e delle pari opportunità – si legge della documentazione – persuasi che il cambiamento culturale avviene con la formazione delle nuove generazioni.”

La parte iniziale del progetto sarà costituita da una serie di domande da rivolgere alle maestre, del tipo “Quanto è diffuso l’uso del rosa, fucsia, blu e nero in classe?” o “Quali giochi genderizzati, come passeggini e cosmetici, sono presenti?”, e altre ai bambini, ad esempio “Come si può distinguere un bambino o una bambina? C’è qualcosa che non è permesso indossare?”. Le “interviste” ai piccoli potranno essere filmate.

Poi si passerà ai giochi. Agli asili verrà fornito un kit. I bimbi potranno trasformarsi in personaggi di fantasia e indossare costumi diversi dal genere di appartenenza. I bambini potranno “esplorare i corpi dei compagni… ascoltare il battito del cuore.” Un modo per “far notare che quanto si prova è uguale per maschi e femmine”, ma anche per “riconoscere che ci sono delle differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale. È importante confermare la diversità, nominando senza timore i genitali.”

Non sono mancate le polemiche, sia da parte dei genitori che dal mondo religioso e politico. “È il tentativo, occultato ma evidente, non tanto di insegnare il rispetto tra persone, ma d’indurre la nota ideologia del gender”, riporta il quotidiano Il Piccolo. “Un fatto agghiacciante”, per Giorgia Meloni di FdI.

“Non facciamo educazione sessuale, né invitiamo a toccarsi le parti intime”, puntualizza Benedetta Gargiulo, l’esperta che ha curato i contenuti creativi.

Il progetto approderà presto in Parlamento.

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