Non è facile accettare un aborto . Una donna che desidera un figlio e che scopre di essere incinta, spera sempre che la gravidanza non dia problemi e che tutto proceda per il meglio. Non è purtroppo sempre cosi perché il 50% delle donne sopra i 30anni è a rischio aborto spontaneo e aborto ritenuto.

In quest’ultimo caso è necessario sottoporsi ad intervento.
Due degli interventi più conosciuti in caso di aborto ritenuto sono l’aspirazione e il raschiamento.

Vediamo le differenze nel dettaglio:

ASPIRAZIONE
Dalla settima sino alla dodicesima settimana dall’ultimo ciclo, una volta confermata la gravidanza, per asportare il tessuto fetale si ricorre all’intervento di aspirazione detto anche di dilatazione ed evacuazione.

Il sistema prevede l’anestesia locale e la dilatazione del collo dell’utero dipende dalle dimensioni del feto.

La cannula viene inserita nel collo cervicale e da qui parte l’aspirazione del tessuto fetale dalle pareti dell’utero.

L’intervento dura circa 10 minuti proprio perchè è veloce ed è di facile esecuzione

Questo sistema di aborto entro le 12 settimane è il più diffuso in tutto il mondo.

DILATAZIONE E RASCHIAMENTO
Il sistema di dilatazione e raschiamento era il metodo più comunemente usato prima che l’aspirazione si dimostrasse il metodo migliore e più pratico di asportazione entro i tre mesi.

Questa pratica è una di quelle inserite nel contesto dell’aborto tardivo, cioè l’aborto dopo i 90 giorni legali, e per la quale è necessario il consenso del medico per procedere. L’operazione consiste in una dilatazione del collo dell’utero maggiore rispetto ai 12 mm, prevede l’anestesia totale, e per raschiare le pareti uterine il medico deve utilizzare la curette (uno specifico attrezzo chirurgico) indi rimuovere il tessuto fetale col forcipe.

Questo intervento viene caldamente consigliato fra la 13° e la 15° settimana di gravidanza, oltre questo termine si deve infatti procedere con un intervento chirurgico molto più invasivo e rischioso CONTINUA

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