I danni del silicone liquido

Un servizio andato in onda durante il programma Le Iene ha trattato un tema molto importante nel campo della chirurgia estetica: il silicone liquido. Tale sostanza, come sottolineato nel video, in Italia è vietata dal 1993, ma ci sono ancora medici che lo utilizzano.

L’utilizzo del botulino liquido non deve essere preso sottogamba, i danni che può provocare all’organismo sono infatti molto gravi. Come spiegano gli esperti, il corpo può avere una reazione da corpo estraneo nei confronti di tale sostanza, determinando processori infiammatori che tendono a inglobare il materiale estraneo nei tessuti. Per questo motivo eliminare il botulino liquido non è una procedura semplice.

La presenza di questa sostanza nociva può scatenare la comparsa di ulcere e persino forme tumorali, oppure si può assistere a una migrazione del botulino determinata dalla forza di gravità, condizione che può provocare deformazioni permanenti del viso.

“Togliere il silicone liquido o altre sostanze sintetiche non è così semplice – spiega il dottor Paolo Mezzana, Specialista e Dottore di Ricerca in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica – Inoltre, spesso, durante la rimozione di questi materiali viene asportato anche il tessuto limitrofo al quale essi si sono legati. Nel caso del silicone liquido, in particolare, si creano spesso reazioni infiammatorie sottocutanee di tipo pseudotumorale, che, nel processo di rimozione, rendono necessaria l’asportazione anche dei tessuti vicini. Tutte queste complicazioni rendono complessa e difficile l’asportazione totale della sostanza, dando origine ad un’ulteriore problematica: il silicone residuo nel tessuto può stimolare nuovamente la formazione infiammatoria di tessuto di granulazione.”

Negli ultimi anni sono state messe appunto nuove terapie basate sullo sfruttamento della luce laser “attraverso l’introduzione sottocutanea di una fibra ottica che foto coagula il tessuto infiammatorio del granuloma”, o delle radiofrequenze.

Per quanto riguarda la deformazione del viso, la soluzione più adatta è rappresentata da lipofilling con grasso autologo, ovvero l’innesto di tessuto adiposo della paziente stessa nella sede della depressione.

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