Retinopatia diabetica: diagnosi e cura

Il termine retinopatia diabetica indica una patologia che colpisce gli occhi dei pazienti affetti da diabete di tipo 1 e 2, in particolare in coloro che soffrono di tale malattia da molto tempo o non hanno controllato bene il livello di zucchero nel sangue. Rappresenta la più grave complicanza oculare legata al diabete mellito e la principale causa di cecità legale nei soggetti in età lavorativa. Si stima che circa il 30% dei diabetici italiani sia affetto da tale patologia e che annualmente l’1% sia colpito dalle sue forme più gravi.

Cos’è la retinopatia diabetica

È possibile distinguere tra  due tipologie di retinopatia:

  • Precoce o non proliferante: può essere lieve, moderata o severa. Se non trattata adeguatamente può infatti evolvere verso la forma altamente invalidante. L’iperglicemia causa il danneggiamento dei vasi sanguigni e li predispone alla formazione di microaneurismi, microemorragie e anomalie del calibro vascolare retinico. Successivamente possono crearsi edema e/o ischemia.
  • Avanzata o proliferante: caratterizzata dalla formazione di neovasi retinici, che essendo anomali e avendo una parete molto fragile, si rompono facilmente, con il rischio di emorragie pre-retiniche ed endovitreali, e raggrinzimento e/o il distacco della retina.

Sintomi e Cause

I pazienti affetti da tale malattie avvertono: macchie o fili scuri davanti agli occhi, ipovisione, difficoltà nella percezione dei colori, vista  offuscata, aree scure e perdita dell’acutezza visiva, cecità.

Non tutte le persone diabetiche vanno incontro a lesioni oculari; esse si verificano soprattutto nei pazienti che non hanno curato bene la malattia o non hanno tenuto sotto controllo la glicemia. I principali fattori di rischio associati a una comparsa precoce della patologia e a una sua evoluzione più rapida sono: la durata del diabete (solitamente si manifesta dopo 8/10 anni), il cattivo controllo glicemico e l’eventuale ipertensione arteriosa concomitante.

Diagnosi : come si cura

Data la pressoché assenza di sintomi nelle sue fasi iniziali, individuare in tempo la malattia non è così semplice. Per questo motivo sarebbe opportuno effettuare periodiche visite oculistiche da parte dei soggetti diabetici e fornire loro informazioni dettagliate sulle possibili complicanze oculari legate al diabete, in modo tale che essi si preoccupino di tenere costantemente sotto controllo la glicemia e la pressione arteriosa sistemica.

Uno degli esami più importanti è la Fluorangiografia retininica: permette di analizzare in maniera dettagliata le alterazioni morfologiche e funzionali dei vasi retinici; in questo modo si è in grado di valutare l’eventuale necessità di un trattamento laser. La diagnosi può essere effettuata anche attraverso: la tomografia assiale computerizzata (OCT), che permette di studiare dettagliatamente la macula e il nervo ottico; l’ecografia oculare, soprattutto nelle forme avanzate complicate; la microperimetria.

Per quanto riguarda la forma non proliferante, si è soliti intervenire con la fotocoagulazione laser: l’obbiettivo è quello di ridurre l’edema, contenere l’andamento della malattia e ripristinare la funzione visiva. Se l’edema è significativo, si può procedere con iniezioni intravitreali di farmaci utili a bloccare lo sviluppo anomalo dei vasi sanguigni. Nei casi più gravi, come sanguinamenti intraoculari o distacco della retina, il trattamento utilizzato è la vitrectomia.

La miglior cura rimane comunque la prevenzione: una gestione corretta del diabete e visite oculistiche regolari rappresentano il miglior alleato contro questa malattia; ma solo 1 paziente diabetico su 2 si sottopone a visite periodiche che potrebbero scongiurare l’avanzare della malattia e il rischio di perdere la vista.

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