Quando si parla di reflusso gastroesofageo si fa riferimento a quella sensazione di bruciore e di acidità di stomaco molto evidenti. Se ti capita spesso di sentirsti spossata, forse sarebbe consigliabile una visita da uno specialista.

Reflusso : bruciore e acidità di stomaco

Il reflusso esofageo è un disturbo molto comune, che colpisce il 15-20% della popolazione . Secondo il grande esperto in materia, il prof. Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista,)la  percentuale di persone che soffrono di malattia da reflusso in realtà potrebbe essere ancora più alta.

Egli afferma:
Sì, il problema è che è difficile categorizzare questa malattia perché la gran parte dei pazienti che ha pochi disturbi non va neanche dal medico. Se consideriamo, infatti, le persone che hanno anche solo una volta al mese bruciore, arriviamo anche al 40% della popolazione. I due sintomi cardine che permettono di fare diagnosi anche in assenza di esami diagnostici, sono il bruciore che parte dallo stomaco e che sale lungo lo sterno fino in gola e l’acidità di stomaco. Non c’è bisogno di fare altri accertamenti se non ci sono fattori di allarme. Fattori di allarme vuol dire: una persona in età avanzata, se ha difficoltà a ingoiare, mal di stomaco, anemia. A volte i sintomi si manifestano con altri campanelli di allarme insospettabili come raucedine, tosse cronica, tachicardia, extrasistole, aritmie.”

Reflusso: cosa mangiare


Quanto è importante l’alimentazione e che peso hanno le tensioni che viviamo ogni giorno? Un peso enorme! Ecco perché è molto importante evitare pasti elaborati e mescolare troppi cibi insieme.

Piatti semplici e piccole porzioni più volte al giorno evitando di parlare di cose stressanti mentre di mangia. Si siamo sottoposti a troppe tensioni! Dobbiamo imparare a difenderci e a rilassarci altrimenti il nostro “secondo cervello”quello che è nella nostra pancia ci manda segnali negativi come il reflusso gastrico!

SINDROME DEL COLON IRRITABILE: FODMAP SI O NO?

La sindrome del colon irritabile (o IBS, Irritable Bowel Sindrome) è un disturbo che colpisce una percentuale elevata di persone, poiché oltre ad avere eziologia di tipo funzionale, non è da trascurare la componente ansiosa e lo stress che la causano. Si può manifestare in tre varianti:
con dolore addominale cronico e stipsi, con alvo alterno (stipsi e diarrea), oppure con diarrea cronica senza dolore.

L’IBS rappresenta spesso una condizione cronica, in cui l’intestino perde la capacità di rilassarsi e contarsi in maniera coordinata; il cibo può essere spinto più velocemente causando la formazione di gas e diarrea quando si hanno contrazioni più lunghe e più forti del normale, oppure il transito del cibo viene rallentato con conseguente insorgenza di stipsi.

Una corretta alimentazione migliora la sintomatologia ed aiuta a ripristinare la regolarità della funzione intestinale, insieme ad alcune regole che il paziente dovrà seguire: evacuare sempre alla stessa ora, evitare l’uso di farmaci attivi sulla motilità intestinale, praticare una costante attività fisica.

Per quanto riguarda gli alimenti da eliminare, fino a poco tempo fa si consigliava di eliminare completamente dalla dieta alcuni alimenti definiti FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols), ovvero gli oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli che fermentano nell’intestino; recenti ricerche pubblicate su “Gastroenterology & Hepatology” a gennaio, hanno dimostrato come invece sia necessario eliminare soltanto il glutine, con una moderata assunzione di FODMAP, in quanto l’assenza di questi provoca inadeguati apporti nutrizionali, induce un ambiente sfavorevole al microbioma e causa disordini alimentari, per cui non vi è la necessità di una fase di eliminazione.

Grazie a questa scoperta la vita di chi soffre di IBS sarà più semplice, potrà mangiare fuori casa senza difficoltà, aumenterà il benessere psico-fisico, allontanando il fattore stress che peggiorerebbe i sintomi.

SINDROME GASTROCARDIACA : cos’è e rimedi

La sindrome gastrocardiaca è definita anche sindrome di Roemheld-Techlenburg-Ceconi o sindrome da iperdistensione gassosa del fondo gastrico ed è causata dall’accumulo di aria nello stomaco, precisamente nel fondo dello stomaco, che forma una bolla gastrica.

Quando lo stomaco è gonfio d’aria, si distende e spinge verso l’alto il diaframma, che è il muscolo sul quale poggia il cuore. Questi movimenti stimolano il nervo vago che, in queste condizioni, provoca il rallentamento del battito cardiaco e riduce la pressione arteriosa. Il nostro organismo risponde in modo rapido attivando riflessi automatici che aumentano la pressione ed i battiti cardiaci, provocando aritmie come extrasistoli, tachicardia e fibrillazione atriale.

L’accelerazione del battito viene provoca un dolore lancinante e penetrante nella zona toracica, bruciore, si ha un soffocante senso di oppressione accompagnata da turbe dell’umore.

Che cos’è la gastrite?

Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica della parete dello stomaco, che si manifesta con bruciore di stomaco intenso, i succhi gastrici risalgono verso l’esofago, seguiti da eruttazione, gonfiore addominale, nausea e vomito, talvolta anche accompagnati da perdita di appetito e dimagrimento, poiché il pasto diventa motivo di sofferenza. L’infiammazione è causata dall’indebolimento della mucosa dello stomaco, che non è più in grado di proteggere l’organo dai succhi gastrici acidi e lo irrita.

Sindrome del colon irritabile: causa anche lo stress

I colon irritato annovera tra i suoi sintomi, crampi, dolore addominale, nausea, costipazione e diarrea.

Il colon collega l’intestino tenue al retto e all’ano ed è lungo circa un metro e mezzo e serve ad assorbire l’acqua, le sostanze nutritive ed i sali minerali del cibo digerito.

Una delle maggiori cause del colon irritabili è sempre stato lo stress ma recentemente gli scienziati hanno escluso questa diagnosi, attribuendo ad esso un ruolo  ugualmente  determinante nei comportamenti dell’intestino.

L’infiammazione non provoca danni permanenti all’intestino e malattie gravi. Per tenere sotto controllo questa malattia si deve innanzitutto imparare a gestire lo stress, anche aiutandosi, se è il caso, con medicinali e avere una dieta corretta.

Non è facile diagnosticare con certezza la sindrome del colon irritabile ma se pensate di avere la sindrome del colon irritabile c’è bisogno assolutamente del medico e degli accertamenti. Si deve procedere, infatti, con una radiografia, l’analisi delle feci e gli esami del sangue.

Con una colonscopia si può anche esaminare l’interno del colon. Ecco come funziona: si inserisce un  tubo flessibile munito di telecamera attraverso l’ano.

Attraverso questo tubo si trasferiscono le immagini del colon su uno schermo. Ai primi sintomi, iniziare a bere molto, adottare una dieta opportuna, e evitare alcool sarebbero già dei passi avanti molto importanti.

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