Una poesia per augurare buona Pasqua

Durante la Domenica di Pasqua, leggere delle poesie dedicate a questa festività, ci da l’occasione di vivere appieno la Resurrezione di Cristo. E soprattutto ci ricorda l’avventura umana e divina di Nostro Signore. 

Prendere in prestito alcuni versi famosi, e trascriverli su di un biglietto, è poi un modo originale per fare gli auguri ai nostri cari.  

Tutti noi, abbiamo ancora in mente le meravigliose rime imparate da piccoli sui banchi di scuola, e ogni tanto è piacevole farle riaffiorare alla mente per dedicarle a chi si ama. 

Sono molti, infatti gli artisti e i letterati che hanno tratto ispirazione proprio da questa celebrazione, e noi abbiamo deciso di proporvi le più belle.  

Poesie pasquali per i bambini

Le poesie, spesso aiutano i bambini a scoprire il vero significato di questa festa, ecco perché è importante che ne imparino qualcuna a memoria. Ovviamente le poesie adatte ai più piccoli, saranno quelle dai versi semplici e facili da imparare. 

Man mano, poi che i bambini andranno avanti nella loro carriera scolastica, anche anche il livello di complessità delle poesie crescerà. Potranno, dunque fare la conoscenza anche di poesie pasquali un po’ più complesse, come ad esempio quelle di Pascoli.  

Già dalle elementari, i bambini possono iniziare a familiarizzare con qualche autore. Per i bimbi che vanno dai 6 ai 10 anni, sono più adatte le poesie allegre e divertenti, magari accompagnate da graziosi disegni da colorare

Poesie di questo tipo, stimolano la fantasia, ed aiutano anche a tenere allenata la mente. Di componimenti di questo tipo, se ne trovano davvero tanti, e noi ne abbiamo scelto qualcuno, che di sicuro riuscirà ad incuriosire anche chi non è un grande ammiratore del genere. 

Pasqua

In questo giorno tutto nuovo

il pulcino è fuor dall’uovo;

il pastore con l’agnello

suona il piffero bel bello

e rintocca la campana

della chiesa assai lontana;

volan le rondini giulive

e le viole sulle rive dicon

“Pasqua ben tornata

ci rallegri la giornata!”.

Alto svetta il campanile

Alto svetta il campanile
Sotto un cielo primaverile
Poi scampana allegramente
Per avvisare tutta la gente
Che c’è festa in tutto il mondo
Fin nel mare più profondo
Forte suona la campana
Nella valle più lontana
Per portare in ogni cuore
La certezza dell’amore.

 

 

 colori di Pasqua 

I colori della Pasqua 

Pasqua è gialla come un pulcino,

come il collare di un cagnolino,

è rosa e allegra come un confetto,

come i bei fiori di quel rametto.

Pasqua è celeste come il mare e il cielo,

come la trama di questo velo,

è verde brillante come un bel prato,

come il trenino che ha appena sbuffato.

Pasqua è dipinta di tanti colori:

come i sorrisi dei nostri cuori

 

 

E’ Pasqua stamattina

E’ Pasqua stamattina,

è Pasqua, mio Signore!

Per questo la collina

si sveglia tutta in fiore.

L’argento degli ulivi

illumina i declivi;

ogni fontana aspetta

con ll’acqua benedetta;

campane e campanelle

sono tutte sorelle

festose, umili, chiare

cominciano a cantare.

 

Poesie pasquali di autori famosi

L’Italia, è un paese che ha visto nascere poeti e scrittori di inimmaginabile talento. Molti di essi, erano anche uomini di fede.

La religione Cattolica, ha infatti influenzato le esperienze letterarie di grandissimi autori italiani, e molti di loro hanno dedicato i loro versi migliori, proprio alla Pasqua. Tra tutti ricordiamo Alessandro Manzoni, Giovanni Pascoli, Guido Gozzano ed Enrico Pea

Per ognuno di questi encomiabili poeti, abbiamo scelto le loro poesie più famose, riguardanti appunto la Pasqua. 

Resurrezione

Alessandro Manzoni

E’ risorto: il capo santo
più non posa nel sudario
è risorto: dall’un canto
dell’ avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò.
Era l’alba; e molli il viso
Maddalena e l’altre donne
fean lamento in su l’Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì.
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l’aspetto
era neve il vestimento:
alla mesta che ‘l richiese
dié risposta quel cortese:
è risorto; non è qui.

 

Gesù

G. Pascoli

E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
campagne sotto il mietitor rimorte,
il suo giorno non molto era lontano.
E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.
Egli si assise, all’ombra d’una mèta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.
Egli parlava di granai ne’ Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.
Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l’inconsutile tua veste.
Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:
– Il figlio Giuda bisbigliò veloce –
d’un ladro, o Rabbi, t’è costì tra ‘piedi:
Barabba ha nome il padre suo, che in croce
morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi
-No-, mormorò con l’ombra nella voce,
e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

 

 

Pasqua

Guido Gozzano

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica pia favola dell’ovo.

Il pettirosso

Enrico Pea

Il pettirosso, ch’è di me più saggio,
non si lamenta se il raccolto è scarso.
se la neve ha coperto le campagne,
se l’acqua s’è gelata alla sua sede
e se il vento stentegna il suo ricetto.
Dopo l’annata magra ecco che viene
l’abbondanza nell’aria e dopo il verno
il ruscello ricanta, il vento è brezza,
al pettirosso dolce ninna nanna.
Il pettirosso ch’è innocente e bello
sa che la Provvidenza lo sostenta,
sa che chi pate è poi racconsolato,
conosce il sangue, il pianto e la speranza
come ogni creatura che si lagna,
ma non conosce la disperazione.
Il pettirosso che porta le insegne
di Cristo sul candore del suo seno,
che fu presente al pianto di Maria
quando la terra si coprì di nubi,
l’augellino prescelto a colorirsi
d’una stilla di sangue di Gesù,
vive, paziente, d’ogni Provvidenza,
sicuro aspetta, spera, crede e canta,
si specchia al cielo che gli pare suo!

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