Come non far fare la pipi a letto ai bambini

In genere  il bimbo smette di fare la pipì a letto dopo i due anni, ma a volte può continuare anche a quattro o cinque anni. Le cause della maggior durata di questa abitudine possono essere molteplici, ma nella gran parte dei casi si rivelano di ordine psicologico.

Si tratta di un modo adottato dal bambino inconsciamete per selvalare una propria forma di disagio. Questo può essere originato da numerose situazioni, spesso diversissime da soggetto a soggetto. Ma di solito è collegato al cambiamento e all’incertezza che ne deriva.

Ecco qualche esempio:

a) L’arrivo di un fratellino che lo a fa sentire all’improvviso in secondo piano.

b) un trasloco, anche di poche settimane, che mette in forse la sua sicurezza nel nuovo scenario.

c) L’allontanamento di una persona cara, anche solo per qualche settimana, che lo fa sentire abbandonato.

A volte può scaturire da una forte emozione, come una visita a Disneyland,oppure con una scarsa disponibilità a competere con gli altri,per timore divenite sopraffaao.

Come si è potuto constatare sopra, il bambino tende ad amplificare e perfino a drammatizzare anche sensazioni e situazioni banali o addirittura liete.

Inoltre, continuare a fare la pipì a letto dopo una certa età non è, infatti, in sè rilevante, è solo scomodo, ma può fare insorgere un inutile senso di frustrazione.

Quindi i genitori non devono sentirsi colpevoli succede anche e soprattutto nelle migliori famigbe ma sarebbe oppormno si attivasseio per aiutare il loro bambino.

Come evitare pipi a letto

a) cominciare dedicandogli più tempo, per rinfrancarlo affettuosamente. In genere il bambino fa la pipi a letto per motivi di carattere psicologico.

b) fargli sapere, spiegandoglielo chiaramente, che non considerano grave il danno
c) dimostrargli la loro fiducia per dargli sicurezza
d) evitare di svegliarlo di notte perchè vada in bagno, di minacciarlo, di propagate la notizia, di  dargli regali ai primi successi.

Succede, anche se piuttosto raramente, che le cause siano invece di ordine organico uno dei sintomi più precisi di ciò è che il bambino non riesce a trattenersi neanche di giorno.

Per questo disturbo occorre rivolgersi al pediatra, che provvederà a prescrivere le opportune cure mediche.Paura dell’abbandono.

Pipi a letto quando preoccuparsi

La paura fa parte della naturale evoluzione emotiva del bambino.

La prima forma di paura che questo si trova ad affrontare è quella dell’abbandono. Infatti, mentre nei primi mesi il neonato vive un periodo felice di perfetta simbiosi con la mamma, verso il sesto mese, anche in costanza di unasua accresciuta mobiltà e conseguente capacità di allontanarsi dalla mamma, percepisce che lei,buona e indispensabile, non ètutt’uno con se stesso ma un individuo distinto, che potrebbe separarsi da lui, ponendo a repentaglio la sua sopravvivenza. Teme che non riuscirebbe a farcela senza di lei. Pertanto, è possibile che quando lei scompare dal suo campo visivo, anche soltanto per pocotempo, Io assalga il sospetto che il se ne possa andare per sempre,lasciandolo solo, privo di amore e nutrimento ecco quindi nascere la sua paura di venire abbandonato.

ll regalo strumentale

Fare regali per ottenere un risulmto significa subordinate quest’ultimo ai doni. Così, quando i genitori smettono di fare regali, è piuttosto probabile che iì risultato non venga piu ottenuto e che solo creino, invece, delle dipendenze da questa abitudine che non potrà essere prolungata.

Questo timore che gli provoca una reale sofferenza psicologica

E che si manifesta ordinatiamente dmcon crisi di pianto disperate e prolungate, si può presentate e anche sotto altre forme, come ad Ua esempio la paura del’estraneo ore quella di dormire solo.

La paura dell’estraneo

Se si spaventa alla vista di un volto sconosciuto è perché viene sconcemato non solo dalla mancanza di familiarità dei suoi linea gementi, ma soprattutto dal timore É che I’incerta realtà del nuovo personaggio possa soppiantate quella sicura e collaudata della mamma, dai cui paventa di essere stato abbandonato.

Si può notare che questo caso non è molto frequente e che, comunque, l’intensità della reazione varia da individuo a individuo.

Qualunque sia la situazione, i genitori possono aiutarlo accompagnandolo in mezzo alla gente e facendogli incontrare spesso amici e parenti affinché si abitui al suo Prossimo e alla molteplicità degli aspetti di questo.

La paura di dormire solo il rifiuto di dormire solo, col suo corollario di pianti e striui, è un’altra forma con cui il bambino manifesta la paura dell’abbandono.

Teme, infatti, di essere portato viadal soggiorno illuminato e confortevole, dove rimangono gli altridella famiglia, e di venire relegato nella sua stanzetta, magari al buio.Teme anche la perdita di contatto con la realtà attraverso il sonno,quell’intervallo di incoscienza, simile all ‘assenza, durante il qualetutto può avvenire a sua insaputa,senza che lui possa farci niente, né gridare né piangere.

Ma soprattutto teme di venire abbandonato, mentre dorme, dai suoi cari e di ritrovarsi solo. Ecco, allora, il pranto angosciato e ilrifiuto di prendere sonno.

Lasciate socchiusa la porta della sua camera, in modo che senta gli altri chiacchierare, oppure una piccola luce accesa sul comodino, possono aiutarlo a prendere sonno e dormire con tranquillità.

Aiutare il bambino a superare la paura

Si è già scritto che la paura parte dell’evoluzione emotiva del bambino e che è normale.

Sapendo che non può essere elusa o evitata, occorre concedere al bambino il tempo che gli necessita per superarla naturalmente.Tuttavia è un’emozione che genera sofferenza e che, pertanto, non può lasciare I genitori indifferenti ad attendere che si risolva.

Pur nel rispetto della funzione della paura e dei suoi tempi di elaborazione, i genitori possonoessere di aiuto al bambino evitando alcuni atteggiamenti conuoindicati e assumendone, invece. Alaifavorevoli.

Da non fare

intervenire con i rimedi della tradizione elencati sotto, perché sono quasi tutti traumatizzanti.

b) sgridare il bambino, perché la paura non è una colpa

Popalare questo suo sentimento, perché svergognandolo si complica il problema invece di lasciarlo solo al buio perché questo peggiora la situazione è gli creare dei traumi.

c) lasciarlo piangere senza consolarlo anche molto a lungo, perché lo fa sentire incompreso

f) picchiarlo, perché le percosse feriscono il corpo e anche la mente.

Da fare

a) cercare di mantenete tranquillità e pazienza per dargli modo di prenderne coscienza con calma erempo per elaborare la maniera di superarla.

b) rassicurare il bambino : il suo sentimento di paura è naturale, non preoccupa, e non affievolisce il loro affetto nei suoi confronti

c) dimostrargli solidarietà comunicandogli che sono aì suo Banco e che Io capiscono

d) dargli fiducia sono fermamente convinti che ce la farà con i suoi mezzi.

e) giocare con lui, creando situa-zioni in cui riesce a vincere e a superare gli ostacoli che gli fanno paura nella realtà o accompagnarlo a passeggio, a visitare amici, ad assistere ad uno spettacolo in mezzo al pubblico, abituandolo ad una vita ricca di interessi, che non lasci eccessivo tempo alla solitudine, che favorisce lo sviluppo delle paure

g) fargli capire che i genitori sono sicuri di ciò che credono e fanno nei suoi confronti questa loro non fermezza Io abituerà a non avete dubbi nelle sue scelte.

Altri tipi di paura

Oltre alla paura dell’abbandono, che si manifesta direttamente o che può essere alla base dellapaura dell’estraneo e di quella didormire solo, tutte tipiche dei primissimi anni di vita, esistono altre specie di paura che fanno la loro comparsa approssimativamente tra i tre ed i cinque anni.

La paura’degli animali

In patticolare nelle famiglie dove non si ttovano né cani né gatti, è facile che insorga nel bambino particolarmente emotivo questa paura. In genere, ne sono causa racconti, favole o film in cui gli animali vengono presentati in forma di mostri o cattivi.

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