Parto con rotazione sacrale dell’occipite

Sono molteplici le complicazioni che possono sopraggiungere nel corso della gravidanza e del parto. Senza mettere inutilmente in allarme le future mamme, è bene sapere a cosa si potrebbe andare incontro. La maggior parte dei problemi che si possono avere può e deve essere anticipata, dal momento che la mancata diagnosi può mettere in pericolo la madre e il feto.

Alcune complicazioni, però, vista la loro rarità, non possono essere previste ma affrontate durante il parto. Tra queste vi è la rotazione sacrale dell’occipite. In parole povere: rotazione della testa dalla parte “sbagliata”.

Rotazione sacrale dell’occipite: cos’è e come si affronta

Al momento della progressione del feto nel canale del parto, l’occipite della testa fetale che si trova all’estremità di uno dei due piani obliqui del bacino deve ruotare per mettersi in asse. Nella maggior parte dei casi tale rotazione è anteriore ed è di pochi gradi, ma può capitare che avvenga nella direzione opposta, raggiungendo quindi un’ampiezza maggiore. Il feto nasce non con l’occipite in alto ma posteriore, rivolto appunto verso il sacro della partoriente.

Ciò comporta un parto prolungato, maggiori sforzi della mamma e lacerazioni più frequenti ed estese. Questo non significa che il parto naturale non sia possibile, ma ci vorrà più tempo per far sì che il bambino venga alla luce. Quando ci si trova davanti una complicazione di questo tipo, è consigliabile non avere fretta, ovviamente se il feto sta bene. È meglio lasciare che la natura faccia il suo corso.

Dietro questo fenomeno può esserci una malformazione del bacino, che allora potrebbe determinare il ripresentarsi del problema in gravidanze successive, oppure fattori casuali, non verificabili in anticipo.

Presentazione sacrale parto

Durante la gravidanza, la donna si sottopone ad una serie di controlli, volti al monitoraggio del futuro nascituro. Nei primi mesi, si effettuano esami legati al suo stato di salute, mentre poco prima del parto si va ad analizzare il modo in cui si presenta il feto.

La posizione del bambino è fondamentale, in quanto ci fa capire al meglio come agire ma soprattutto se optare per il parto naturale o quello cesareo.

Stando alla normalità, poco prima della nascita, il feto si prepara in posizione cefalica: ossia in maniera posteriore verso il dorso della madre, con la faccia e il corpo girati da un lato e il collo flesso. Ma se dovesse capitare la situazione opposta (e dunque feto rivolto anteriormente), allora c’è un malposizionamento.

Esso può coinvolgere diverse parti del corpo del futuro nascituro: faccia, fronte, spalla, natiche e per porre rimedio a tale situazione, andrà effettuato un parto sacrale, o meglio parto sacrale con rotazione dell’occipite.

Parto occipite sacrale

Quando il feto si presenta con occipite posteriore, è posizionato apparentemente bene (e dunque in maniera cefalica), solo che il viso è rivolto verso l’alto, dunque al contrario.

Stando a delle statistiche, essa risulta essere l’anomalia più comune (pensate quasi il 20%) e come potete immaginare, effettuare un parto naturale in queste condizioni è davvero molto più difficile, poiché la testa del bambino dovrà “fare più strada”. Il fatto che necessiti più spazio, richiede in alcuni casi l’obbligo di parto cesareo oppure la rotazione sacrale o manuale.

Parto naturale sacrale

Il cesareo non è quindi l’unica soluzione a chi sta per effettuare un parto sacrale. Si può tranquillamente optare per il parto sacrale naturale, ad esempio tramite ventosa ostetrica o forcipe, ossia due strumenti che caratterizzano il parto assistito. Scopriamoli insieme.

Ventosa ostetrica

La ventosa ostetrica viene utilizzata quando il feto è in presentazione cefalica ma soprattutto quando c’è una dilatazione completa dell’utero. Tramite essa, si va a facilitare la fuoriuscita del bambino.

Per quanto riguarda la tecnica, si applica una specie di cappuccio d’acciaio sul capo del futuro nascituro. Attraverso un compressore, si crea un vuoto e si aspira l’aria con un tubo, in modo da far aderire perfettamente l’attrezzo alla testa. Successivamente, l’ostetrico/a, compie una trazione verso l’esterno così da far fuoriuscire la testa: in un secondo momento, si interrompe l’aspirazione d’aria e si estrae il resto del corpo.

Apparentemente può sembrare una procedura abbastanza dolorosa ma in realtà le tecniche sono state perfezionate nel corso del tempo e, affidandosi ad uno staff competente non dovrebbe esserci nessun problema. Al massimo, può succedere che l’applicazione della ventosa fallisca al primo tentativo ma si può comunque riprovare una seconda volta.

Le controindicazioni possono esserci ma sono davvero rare. Possono riguardare:

  • Una prematurità fetale
  • La macrosomia fetale
  • La dilatazione non completata del tutto
  • Alcune fratture del bacino materno
  • Delle malattie emorragiche per il neonato
  • Una sproporzione feto-pelvica

Forcipe

Il forcipe, nato nel XVI secolo, è uno degli strumenti più utilizzati nel campo dell’ostetricia. E’ costituito da due parti complementari: una viene adattata e incastrata all’altra, dopo averla fissata sulla testa del nascituro.

In passato, fu la causa di molti drammi, in quanto veniva utilizzato anche da persone che non avevano alcuna competenza nel settore, tanto da creare i famosi “segreti di famiglia”. Nel corso del tempo, è stato introdotto per il parto sacrale. Solo che è molto meno sicuro della ventosa ostetrica, in quanto potrebbe causare alcuni effetti collaterali, ad esempio:

  • Lesioni alla colonna vertebrale
  • Cerebrolesione
  • Blocco di afflusso di sangue al cervello
  • Danni agli organi
  • Traumi alla calotta cranica
  • Lievi paralisi al volto

Proprio per questi motivi, è stato quasi del tutto rimpiazzato da altre metodologie.

Motivi del parto con rotazione sacrale

Oltre alla tecnica basata sull’utilizzo di strumenti, il parto con rotazione sacrale si effettua con una procedura manuale. Anch’essa, nella maggior parte dei casi, viene considerata sicura ma allo stesso tempo, può presentare alcune complicanze che a loro volta si riversano sulla salute del bambino.

Tuttavia, ci si è posti la domanda riguardante i motivi che possono aver causato un’errata presentazione del feto. Sono state ipotizzate varie teorie e una delle più gettonate riguarda le scorrette abitudini della donna durante gli ultimi mesi di gravidanza.

Assumere posizioni scorrette durante il sonno o nel corso del giornata, quanto può incidere nella struttura del feto del bambino? In realtà non molto. Gran parte delle cause risiedono nei seguenti fattori:

Genetica

Per una questione di ereditarietà, alcune donne possiedono un utero differente, alcune persino al contrario. Se già di base la struttura del corpo femminile è alterata, le probabilità che il feto si posizioni in maniera errata, aumentano.

Rotazione anomala

A volte, il feto può andare incontro ad una rotazione improvvisa, non causata dalla madre ma per degli spostamenti repentini non voluti.

Prematurità

Sono tanti i casi di bambini che nascono in maniera prematura. E proprio per tale motivo, può succedere che in quel momento il futuro nascituro si trovi ancora con il viso rivolto verso l’alto, visto che la posizione cefalica corretta la raggiunge principalmente nelle ultime settimane di gestazione.

Parto sacrale doloroso

E’ davvero raro che il parto sacrale risulti doloroso. A meno che non si verifichino alcune complicanze dovute da fattori esterni e dall’incompetenza dello staff. Pertanto, ricordatevi sempre di affidarvi a chi sa svolgere il proprio lavoro con una certa professionalità, onde evitare spiacevoli conseguenze.

Inoltre, se dovessero parlarvi di parto sacrale (naturale o cesareo che sia), la prima cosa da fare è restare tranquilli, in quanto non siete un pesce fuor d’acqua e ci sono tantissime donne che hanno messo al mondo un bambino anche in condizioni peggiori, senza le dovute cure o un’assistenza costante nel corso del nove mesi.

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