Atti osceni in luogo pubblico
Per effetto della depenalizzazione introdotta dal dlgs n.8 del 2015, commettere atti osceni non sarà più reato, ad eccezione di quelli commessi nei luoghi frequentati da minori.
La prima applicazione pratica di tale provvedimento ha riguardato un settantenne di Catania, sorpreso a masturbarsi davanti ad alcune studentesse universitarie. La Cassazione, prendendo atto di quanto previsto dalla recente riforma, ha annullato senza rinvio “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato” la condanna inflitta dalla Corte di Appello di Catania il 14 maggio 2015. Pietro L. sarà chiamato a pagare una multa amministrativa di entità compresa tra i cinquemila e i trentamila euro. Spetterà al Prefetto di Catania stabilire l’ammontare esatto della sanzione pecuniaria.
L’interessato potrà sempre far ricorso e opporsi, ma nel frattempo deve pagare. La multa, seguendo le regole del procedimento amministrativo, è immediata, certa e più facile da comminare. Se da una parte non si apriranno le porte del carcere, dall’altra si spalancheranno quelle del portafogli.
Per frenare le critiche di chi pensa che questo sia un colpo di spugna da parte dello Stato, è bene precisare che in passato i processi penali in merito non sempre sortivano i risultati sperati. Tra prescrizione, vizi di forma, tenuità del fatto, il tutto si concludeva con un nulla di fatto e nessuno pagava per le sue colpe. Ora, nonostante l’assenza di macchie sulla fedina penale, vi è la certezza che il colpevole dovrà versare un’ingente somma di denaro.
In primo e secondo grado, il settantenne di Catania era stato condannato a tre mesi di reclusione convertiti nella multa di 3.420 euro, per effetto della recente riforma dovrà pagare non meno di 5000 euro.
La riforma ha effetto retroattivo e opera anche per i crimini già commessi, a meno che il procedimento penale non sia stato definito con sentenza o con decreto divenuti irrevocabili.
