Da quando Loris Bertocco ha avuto l’incidente in motorino, quasi quarant’anni fa, la sua vita è cambiata o meglio fermata.

Aveva diciotto anni ed è rimasto completamente paralizzato, con varie conferme da parte dei medici sul fatto che non sarebbe mai più stato autosufficiente.

Loris non si è arreso, riuscendo a condurre una vita normale, grazie all’ausilio delle stampelle, l’amore di una donna diventata sua moglie ed un lavoro continuativo. A cinquantanove anni, Loris resta da solo ed abbandonato dalle istituzioni, così decide di salutare questo mondo presso una clinica di Zurigo, in Svizzera, lasciando le motivazioni in una lunga lettera.

Un susseguirsi di eventi hanno portato Loris alla decisione di non voler più vivere e decidere in autonomia della sua vita, come ha sempre fatto in questi anni: dopo l’incidente e la notizia della paralisi permanente è riuscito, grazie alla fisioterapia, ad alzarsi e vivere con le stampelle. Ma un’altra frattura lo costringe nuovamente alla paralisi ed ad altre lotte con se stesso. Si aggiunge la cecità dovuta ad una malattia ereditaria ed un bisogno di assistenza sempre più disperato.

Loris arriva ad un certo punto della vita a non poter più vedere e tanto meno camminare, a causa di altre patologie che insorgono. L’aiuto dallo Stato ed Istituzioni non arriva, così sentendosi solo ed abbandonato prende una decisione coraggiosa: suicidio assistito in Svizzera.

Il suo ultimo desiderio è stato una legge sul testamento biologico per decidere di terminare la vita nel paese di origine, l’Italia, così che nessuno – in futuro  possa subire quello che ha dovuto subire lui.

 

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