A volte si sente dire che “il metodo scientifico è l’unico valido per conoscere la realtà“, ma secondo me chi dice questo non comprende bene l’assurdità di questo concetto. Il fatto che un metodo d’analisi della realtà non preveda l’esperimento convalidate non significa che sia cacca. Il metodo scientifico ha relativamente pochi secoli: pretendere che l’uomo non possa indagare rigorosamente il mondo senza scienza galileiana significa insinuare che l’uomo non abbia minimamente appreso nulla nel corso dei millenni della sua esistenza.

Eppure da quando esiste l’umanità è animata da una sana curiosità che cerca di placare in tutti gli ambiti (natura, filosofia, fede, astronomia, medicina, arte, letteratura, etc).

La separazione tra le discipline è una cosa relativamente recente, prima il sapiente era filosofo, fisico, letterato, teologo e artista. Solo perché in tanti vissero, studiarono, documentarono e ragionarono prima di Galileo non significa certo che le loro scoperte siano carta straccia. E oltre a tutte queste discipline, esiste da sempre anche un sano “buon senso comune” che ci permette di analizzare la realtà.

Certo, il mondo non sempre è come sembra e serve rigore e metodo per trarre conclusioni (mai certe) sulla realtà, ma anche il senso comune permette la conoscenza. Tutto ciò per dire che il metodo scientifico è certamente lo strumento analitico più rigoroso che conosciamo, ma non è l’unico, e soprattutto è una cazzata dire che senza di esso non possiamo in nessun modo conoscere il mondo.

Scienza galileiana

Il metodo scientifico-galileiano è certamente il metodo più rigoroso e efficace per conoscere la realtà, ma quello che molto banalmente voglio dire è che la conoscenza è possibile anche con altri metodi.

Da millenni sappiamo che il grano si miete a luglio e l’uva si raccoglie a settembre-ottobre: è una conoscenza semplice che tuttavia ha permesso a tanti popoli di fare vino e cuocere pane, senza il metodo scientifico. È banale? È poca roba? Può darsi, eppure ha contribuito a sfamare miliardi di persone nella storia, e ha contribuito al progresso delle civiltà. Ma ancora più banalmente, dal senso comune e dall’esperienza da sempre sappiamo che il fuoco brucia. Banale? Forse sì, ma ti può salvare la vita da una bestia feroce o può risparmiarti un’ustione. Tutte queste conoscenze (anche molto semplici, ma altrettanto utili) sono nozioni che sono state conquistate con metodi più o meno rigorosi, ma comunque non scientifici nel senso galileiano del termine. (di Francesco Mazengo Rau).

In sintesi:

 1) non solo il metodo scientifico non è l’unico modo di conoscere la realtà ma ci sono interi ambiti in cui è inapplicabile, tutto ciò che concerne la sfera artistica o sentimentale per esempio.
2) pensare che la scienza ci permetta di avere delle certezze su qualsiasi fenomeno è sciocco, non a caso si chiamano teorie scientifiche anche dopo migliaia di conferme sperimentali, la matematica stessa è basata su degli assiomi. La realtà è conoscibile solo a livello probabilistico il metodo scientifico è il metodo che riesce a fornire percentuali di attendibilità migliori di qualsiasi altro metodo conoscitivo ma è limitato da alcuni fattori primi fra tutti la possibilità pratica di applicazione


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