GRAVIDANZA-prp

Comunicazione di servizio a tutte le gestanti, a tutti gli operatori sanitari e a tutte le persone che sono interessate. Sono cambiati gli esami prescrivibili in gravidanza. L’amniocentesi gratuita per età materna (dopo i 35 anni) esce dai Livelli essenziali di assistenza (LEA). Nei lavori internazionali su grandi numeri si è visto che per quanto basso sia il rischio di perdita della gravidanza in assoluto alla fine in concreto il numero delle gravidanze interrotte a causa dell’esame diventa molto alto, e poichè il più delle volte queste sono prime gravidanze ottenute in età matura, a volte con fatica, la perdita è inaccettabile senza un buon motivo. Il buon motivo dev’essere o una patologia familiare o precedente o un test di avvicinamento positivo. Il test di avvicinamento previsto dai Livelli essenziali di assistenza si chiama Bitest, (o anche tritest) e quindi le Regioni devono offrirlo gratuitamente. L’altro test NIPT non è previsto come erogabile dalle Regioni, utilizza il DNA del sangue materno (va però anch’esso va confermato dalla diagnosi invasiva, amniocentesi o villocentesi) ma l’Istituto di genetica del San Camillo a Roma lo effettua a tariffe calmierate.
Questi test sono nei numeri internazionali, sufficientemente validi per orientare la scelta di eseguire o no gli esami invasivi. L’assistenza pubblica di fronte a un’evidenza scientifica (quella che si perdono molte gravidanze sane e che il test dà dei numeri quasi certi) utilizza la pressione economica non per risparmiare, in questo caso, ma per ottenere un cambiamento di ciò che accade. Se le madri desiderano fare l’amniocentesi senza test di avvicinamento perchè è più certa la devono pagare.
Ci sono due problemi:
Il primo è che la Regione Lazio non ha fatto partire gli Ambulatori di Diagnostica prenatale dove si esegua il bitest, o il tritest, come previsto dai LEA nazionali, e quindi le donne si ritroveranno semplicemente a doverlo pagare per poter capire se è il caso o no di eseguire la diagnostica invasiva
Il secondo è che non si capisce bene perchè il Presidente dei ginecologi cattolici sostenga che non è vero che l’amniocentesi è pericolosa, che le donne la devono fare tutte, e che così cureremo i loro feti fin dalla 16 settimana, tanto non devono abortire. Non abbiamo nessuna cura, ovviamente ma, cosa più importante,se fossero coerenti a mio parere dovrebbero dire che non si deve fare e basta. Ma questo è un problema che non so risolvere.
Io vorrei dire questo:
fate il bitest, fate la NIPT, fate i test di avvicinamento alla diagnostica prenatale (sempre nel caso vi interessi, valutate che questi sono percorsi più adatti alle persone che considerano possibile l’aborto selettivo.Se è una cosa che non considerate possibile perchè farli ?). Guardatevi il numero che esce. Certe volte è così migliorativo che davvero il rischio collegato all’amniocentesi è privo di senso. Pensate che in Europa questa cosa si fa da anni.
-pensate a cosa volete fare. Parlatene con qualcuno di cui vi fidate. Se decidete di fare l’amniocentesi anche con un numero incoraggiante ( e in questo caso la dovrete pagare) leggete bene il consenso informato di quello che fate, per decidere meglio, non lasciate che vi venga detto “firmi qui cara” in modo frettoloso. E’ statisticamente vero che aumentando il numero delle amniocentesi aumenta il numero di gravidanze che si interrompono con feto sano. Calcolate che il danno economico di questa cosa per coloro che effettuano amniocentesi in convenzione ma anche privatamente sarà altissimo.
-chiedete alla vostra ASL di eseguire il bitest, se vi dicono che non è possibile e lo dovete eseguire privatamente mandate la fattura alla ASL con richiesta di rimborso in quanto LEA, (magari potremmo fare uno stampato, abbiamo un’avvocat* che se ne voglia occupare ?)
-se siete in ritardo per eseguire i test di avvicinamento, avete già prenotato l’amniocentesi e vi negano la gratuità dell’esame cercate di ottenere una richiesta con M50 con su scritto “aumento del rischio per mancata esecuzione dei test di avvicinamento”. Se è già prenotata in regime di gratuità in teoria non potrebbelo farvela pagare (anche qui avvocat* ne abbiamo ?)
-parlatene con gli altri, perchè è una cosa complessa……in questo caso i laici sostituiscono un esame invasivo per la gravidanza con un altro meno aggressivo per proteggere la gravidanza stessa ( e la madre, direi, perchè esistono rischi anche per la madre, dei quali non parliamo mai) e i cattolici invece dicono che va fatto…..sarebbe facile cavalcare la tigre di protesta “neanche più l’amniocentesi ci passano”….invece no, l’assistenza pubblica deve effettuare gratuitamente bitest e tritest, deve aiutare le persone a capire cosa vogliono fare, deve spiegare perchè con un test di avvicinamento buono l’amniocentesi non si passa più neanche alle donne dopo i 40 anni.
-se invece volete comunque fare l‘amniocentesi perchè non accettate la sia pur lieve incertezza dei test di avvicinamento allora dovrete pagarla privatamente, o in intramoenia, leggendo bene il consenso informato prima di firmare. Ognuno ha diritto alle sue zone grigie. Se anche un piccolo rischio numerico ci obbliga dall’interno del nostro pensiero a fare una cosa che statisticamente è stato dimostrato che sia più pericolosa di un’altra abbiamo libertà di farlo ma esce dall’assistenza pubblica. 

Dottoressa Elisabetta Canitano.

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