Investe donna incinta e uccide il bambino: non è omicidio

I fatti, accaduti in Francia, risalgono al 2012: un automobilista ubriaco e sotto l’effetto di psicofarmaci perde il controllo della sua auto, piomba su un marciapiede e investe una donna incinta di sette mesi: il bambino muore.

A febbraio del 2014 il giudice della Camera correzionale del tribunale di Tarbes ha condannato l’automobilista per omicidio involontario a tre anni di carcere con la condizionale, più 300 euro di ammenda per eccesso di velocità e tre anni di sospensione della patente. Secondo una perizia medica, infatti, era stato dimostrato che l’incidente aveva causato direttamente la morte del feto.

“Sentendosi fortemente in colpa, l’automobilista ha precisato che ha coscienza di aver causato la morte di un bambino, del quale non vuole che sia contestata la qualità di essere umano in tutto e per tutto – ha dichiarato il giudice Elisabeth Gadoulet -. Per essere in grado di ricominciare, dunque, chiede di essere condannato per l’omicidio del futuro neonato.”

A distanza di un anno, però, la sentenza è stata capovolta: l’uomo è stato assolto dalla Corte di appello di Pau perché manca la vittima, e quindi non si può parlare di omicidio.

Questa assurda decisione ha un precedente in Francia. Nel 2001, la Corte di Cassazione non aveva condannato un automobilista di Metz che nel 1995 aveva investito una donna causando la morte del bambino che portava in grembo. L’articolo 221-6 del Codice penale sull’omicidio involontario non si può applicare a un feto, questa la spiegazione della sentenza, perché “il feto non può essere considerato una persona”.

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