Il ruolo in una famiglia allargata
Gli esordi di una relazione sono i più delicati, ancor di più se ci sono di mezzo i figli. Iniziare una storia con una persona che ha già figli nati da un precedente rapporto significa dover fare i conti con meccanismi e situazioni di non facile gestione, tanto che in alcuni casi ci si può tirare indietro. Non è mancanza di coraggio o di interesse nei confronti del partner, ma si tratta di una condizione talmente delicata che uno ha tutto il diritto di non sentirsi pronto o in grado di affrontarla.
D’altronde, quando si entra in un simile realtà familiare, si comincia automaticamente un percorso che porta l’individuo a un adattamento fisico, emotivo e psicologico. È necessario capire il proprio ruolo, i ritmi di vita, il modo di relazionarsi con personalità già formare.
I primi tempi sono i più duri. Il rischio maggiore è quello di far saltare involontariamente gli equilibri familiari ed essere trattato (e sentirsi) come un estraneo. Si ha paura di eccedere o di tenersi troppo in disparte, sentirsi, per il partner, in secondo piano rispetto ai figli e anche rispetto all’ex coniuge.
Il rapporto che si vuole costruire non ha niente a che fare con tutti gli altri tipi di rapporto: non è quello del padre o della madre, né dell’amico/a. Pertanto non è semplice delinearlo. Nonostante le difficoltà, è possibile creare rapporti profondi, a patto che nella coppia ci sia sintonia e non si tenti di prendere il posto del genitore naturale. Non c’è nessun posto da occupare, ognuno ha il suo.
Bisogna avere pazienza. Per costruire rapporti veri e solidi ci vuole del tempo, in questo caso più che mai.
Famiglia allargata: come comportarsi
Vista la complessità della situazione, è bene tenere a mente alcuni aspetti.
Essere empatici: cercare di mettersi nei panni del figlio per provare a capire cosa sta provando e quali sono le sue esigenze.
Non stare sulla difensiva: se il bambino provoca, non bisogna innervosirsi. Il suo atteggiamento diffidente può essere una reazione alla paura di rifiuti e abbandoni. Per questo motivo è inutile irrigidirsi sulla propria posizione, impuntandosi su chi ha ragione e chi no. Meglio essere elastici.
Nessun giudizio: nei primi periodi è bene non criticare quello che fa il bambino. Nel lungo periodo, invece, bisogna imparare ad accettarlo così com’è, anche se non è il figlio che vorremmo, astenendosi dal fare paragoni.
Essere disposti al cambiamento: sarà inevitabile modificare alcuni spetti di sé per inserirsi nella realtà familiare. Prendetene atto e andate avanti.
Non assumersi responsabilità che non competono: non siete voi il genitore naturale, non dovete prendere il suo posto. Evitate di mettervi troppe pressioni addosso.