Una decina di casi di escherichia coli si sono registrati in Repubblica Ceca. Questo è il secondo paese che ha lanciato l’allarme sui pomodori provenienti dal Marocco grazie all’accordo stipulato dalla UE. Prima dell’allerta della Repubblica Ceca, la Francia aveva già reso noto un caso di tossinfezione alimentare legata ai pomodori marocchini cui sono seguiti altri 25 casi.
Così il 30 aprile Parigi ha ritirato i lotti di pomodoro dal mercato interno. In Italia c’è stata un’inchiesta di parlamentari SEL cui il Ministro alla Salute ha risposto che per ora ci si può star calmi. Concetto ribadito anche ai deputati 5 Stelle della Commissione Agricoltura. Si attende forse che il batterio colpisca anche da noi prima di ritirare questi pomodori? Quando si è trattato di diffondere allarmi – in larga parte infondati – sui prodotti della “Terra dei Fuochi” nessuno si è fatto problemi!
Il bombardamento mediatico che affligge chi guarda molta tv invita le persone alla disinformazione e a conformarsi a un sistema di vita sempre più lontano dalla semplicità, trasmettendo il messaggio che chi acquista certe marche, certi prodotti, è sulla cresta dell’onda, è IN.
E’ possibile che nessuno si chieda come facciano certe aziende che producono tantissimo di prodotti ormai rinomati, a mantenere un target di qualità alto? Nessuno si fa questa domanda?
Come si fa a comprare un prosciutto famoso che si trova sempre?
Dove hanno tutti questi maiali? se uno cresce un maiale da solo si rende conto di quanto impiega e quante cose escono da un solo maiale, per cui a me sorge spontanea la domanda: ma dove sono tutti questi maiali, in una determinata zona che dovrebbe essere sinonimo di qualità? i maiali vengono da paesi senza controlli, è chiaro.
Lo stesso dicasi per le salse e tutti gli altri prodotti confezionati. Con un poco di impegno e anche sacrificio, chi può è meglio che passi del tempo a prodursi degli ortaggi e si consumino i prodotti dei produttori locali senza nome altisonante, ma sicuramente più vicini come qualità a quelli prodotti in casa.
Anche il sistema internazionale che ha ormai concentrato la ricchezza mondiale in mano a poche famiglie, ci “costringe” ad acquistare prodotti che poi fanno male.
L’intestino si può infiammare in conseguenza di vari fattori tra cui virus, batteri e intolleranze alimentari che possono provocare uno stato di disordine del tratto intestinale e dello stomaco.
Infiammazione intestinale
Tra le cause principali dell’infiammazione intestinale, dunque, ci sono:
– virus (rotavirus, adenovirus)
– batteri (salmonella, escherichia coli);
– assunzione di antibiotici: possono alterare il normale equilibrio della flora batterica dell’intestino;
– alterazione del proprio regime alimentare e dieta: eccessi o disordini alimentari danneggiano la salute di intestino e stomaco;
– allergie e intolleranze alimentari;
– abuso di alcol;
– bevande e cibi troppo freddi, avariati o tossici.
I sintomi sono: nausea, vomito, dolore addominale, diarrea, febbre, debolezza e senso di affaticamento.
Infiammazione intestinale cura
È sempre opportuno consultare un medico per curare ogni malessere.
Nei casi meno gravi è sufficiente assumere sali minerali e fermenti lattici per ripristinare la flora batterica intestinale. Utile anche la sospensione dell’alimentazione e il riposo, assieme alla fondamentale reidratazione: per integrare i liquidi persi dall’organismo a fronte di sintomi quali diarrea e vomito occorre bere.
Nelle fasi acute delle malattie infiammatorie intestinali si ricorre generalmente a farmaci cortisonici, che sono degli antinfiammatori potenti che il medico prescrive come terapia ma solamente per brevi periodi di tempo.
Infiammazione intestinale bambini
Nei bambini i sintomi che ci possono far accorgere di uno stato infiammatorio dell’intestino sono lo scarso appetito, i dolori all’addome e sintomi come nausea, vomito e diarrea. Occorre prestare particolare attenzione nel caso dei bambini in quanto il rischio di disidratazione è più elevato rispetto agli adulti.
È bene quindi consultare subito un pediatra per farsi prescrivere la cura più adeguata.
Tra i motivi per i quali i bambini sempre più frequentemente soffrono di infiammazione dell’intestino ci sono anche l’abuso di antibiotici e il consumo di cibi industriali. Occorre ripristinare un regime alimentare a misura di bambino, equilibrato e ricco di verdura e frutta.
Infiammazione intestinale alimentazione
La dieta da seguire in uno stato di infiammazione dell’intestino consiste nel mangiare in bianco, ovvero una dieta priva di condimenti come salse e sughi, che si limiti al consumo di verdure cotte e carboidrati semplici come il riso in bianco. Sì anche a patate lesse, carne bianca, pesce come merluzzo e nasello condito con olio e limone.
Occorre ridurre i cibi che contengono lattosio (formaggi e salumi), zucchero, grassi e non esagerare con le fibre (verdure come broccoli, cavoli, verza, piselli…).