Le donne imprenditrici si aggiudicano un ruolo determinante nel settore dell’agricoltura e questa realtà viene riconosciuta con il premio “Agricoltura è Donna”. A ricevere il premio è stata Laura Bargione, titolare dell’azienda agricola Marisciò di Grisì (una frazione di Monreale).
In questo contesto, il 28 marzo è stato organizzato un dibattito sul ruolo delle donne in agricoltura dall’Ordine dei Dottori Agronomi (presieduto da Salvatore Fiore) e Dottori Forestali della provincia di Palermo in tandem con l’Assessorato Regionale Agricoltura, la Camera di Commercio di Palermo, l’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia ed il Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali.
Hanno partecipato al dibattito anche l’europarlamentare Michela Giuffrida ed il Sottosegretario di Stato Simona Vicari.
Il ruolo delle donne imprenditrici nel settore agricolo siciliano
Il premio vinto da Laura Bargione per la categoria donne imprenditrici alla terza edizione del concorso “Agricoltura è Donna” è stata un’occasione in più per approfondire il ruolo della donna in un settore molto importante.
“Il ruolo delle donne in agricoltura – ha dichiarato il presidente Salvatore Fiore – diventa determinante, come in altri comparti economici, grazie alle capacità organizzative che le contraddistingue”.
Intervenendo al dibattito, l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici ha aggiunto che le donne hanno “contribuito a rendere l’agricoltura siciliana più moderna, aperta alle nuove sfide del mercato scommettendo su trasformazione, innovazione, capacità di utilizzare le nuove tecnologie, strumenti di marketing e ricerca per guidare le loro imprese”.
Alta incidenza di donne imprenditrici agricole in Lombardia
L’8 marzo, festa della donna, dalla Camera di Commercio di Milano sono emersi altri dati interessanti.
Le quote rosa risultano vincenti in particolare nell’agricoltura: un’impresa su 4 è guidata da donne soprattutto a Lecco e Como, tra le provincie – secondo quanto afferma la Coldiretti regionale – che registrano la più alta presenza di donne imprenditrici agricole (rispettivamente il 25,5% ed il 24,8%).
Cristina De Angeli, responsabile di Coldiretti Donne Impresa, ha spiegato che “le donne sono cresciute, entrano sempre più nell’attività operativa quotidiana di gestione dell’azienda agricola e nelle scelte di investimento e pianificazione. Non stiamo parlando solo di settori legati ai servizi di turismo e ristorazione ma anche in attività tradizionali come la viticoltura o gli allevamenti da latte”.
Panoramica in Italia delle donne imprenditrici impegnate nell’agricoltura
Nel nostro Paese, le aziende agricole gestite da donne imprenditrici sono il 31% delle complessive aziende censite contro il 26% del 1990. Nel settore commerciale le donne rappresentano il 39% delle conduttrici, mentre il 33,4% è impegnato in imprese classificate come Altri servizi.
Tornando al settore dell’agricoltura, le imprenditrici risultano circa 500.000, un dato attendibile fino ad un certo punto in quanto l’ultimo censimento richiedeva di indicare un solo conduttore per azienda agricola e non teneva conto delle gestioni condivise: in sostanza, non sono state considerate le circa 430.000 coniugi che lavorano nell’azienda agricola familiare.
Secondo i dati diffusi dal report Crea 2016, le imprenditrici agricole italiane per il 49% non sono sposate, hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni (con un 9% di età inferiore ai 40 anni).
Riguardo al loro livello di istruzione, il 6% ha una laurea, il 18% ha un diploma.
Negli ultimi anni, le imprese agricole in genere hanno subito un forte calo che, però, ha inciso meno nelle aziende gestite da donne.
Le aziende agricole femminili, sempre secondo il report Crea 2016, in media sono più piccole (in termini di ettari e, quindi, di produzione) rispetto a quelle maschili.
La produzione delle imprese femminili raggiunge mediamente i 16 mila euro complessivi contro i 30 mila euro delle imprese maschili.
L’inventiva delle donne imprenditrici nel settore agricolo
Negli ultimi tempi, l’imprenditoria agricola ha registrato un aumento di donne imprenditrici, sempre meno forza lavoro e ‘mogli dei contadini’ e sempre più impegnate a condurre e gestire da sé coltivazioni, vigneti, allevamenti.
Secondo DonneImpresa (Coldiretti) le donne hanno portato una visione più ampia, poliedrica e complessiva dell’impresa agricola in quanto l’hanno via, via coniugata sempre più con altri tipi di servizi come l’agriturismo, l’assistenza sociale, le fattorie didattiche. Con la fantasia che contraddistingue il modo di essere femminile, l’impresa agricola in rosa è stata in grado di fondere innovazione e tradizione.
Uno dei più recenti esempi di inventiva femminile nel campo dell’imprenditoria agricola è stato l’agrinido, l’asilo nido in fattoria.