Cos’è la donna oggetto
La donna oggetto è vista dall’uomo come essere inferiore. In passato essa era solo un accessorio del capo famiglia, e il suo compito era soltanto quello di renderlo felice.
Questa mentalità, purtroppo, esiste ancora oggi soprattutto nei paesi arabi. Lì, infatti le regole religiose proibiscono e limitano le libertà delle donne, a partire dalla scelta di abbigliamento, ma anche alla scelta di un marito con cui vivere.
L’evoluzione della donna oggetto dagli anni 50 ad oggi
Tuttavia, lo stereotipo della donna oggetto è in qualche modo riconducibile anche all‘Italia.
In passato, erano i manifesti pubblicitari a dipingere la donna come un’essere che dipende totalmente dal marito, il cui unico scopo nella vita è quello di lavare, cucinare e fare bambini.
Alcuni manifesti degli anni ’50, recitavano ad esempio cosi: “Fumale in faccia e ti seguirà ovunque”. “Le mogli sono fatte per cucinare”. oppure “Più duro lavora tua moglie più sembra attraente”.
Quello descritto da queste pubblicità è diciamo così il primo prototipo della donna oggetto.
Con gli anni, il ruolo di questa donna è decisamente cambiato, rimanendo però sempre un oggetto. E anche in questo caso, i “colpevoli” di dipingere la donna come un oggetto sono tv e pubblicità.
Nelle pagine patinate dei giornali o in tv, si continuano a vedere corpi femminili mezzi nudi pronti a sedurre, ad ammaliare ogni uomo che la guarda.
I cartelloni pubblicitari di oggi, non sono poi migliorati così tanto dagli anni ’50, anzi! A volte, accanto ai fisici perfetti di modelle dallo sguardo ammiccante troviamo slogan dai neanche tanto velati doppi sensi del tipo:
La diamo a tutti” (l’ ADSL),
“Fatti la cubana” (ah, ma la birra?)
oppure “Fatti il capo” (riferito all’amaro)
“A me piace nero” (Ma è ovvio che si parli di un dentifricio no?).
Questi slogan sono solo alcuni esempi di come oggi la donna non sia più una perfetta casalinga pronta a immolarsi per marito e figli, ma sia diventata, grazie a pubblicità e televisione, un vero e proprio oggetto sessuale.