La dialisi peritoneale è una forma di trattamento dialitico utilizzata per purificare il sangue nei pazienti con insufficienza renale cronica o acuta. Questo tipo di dialisi coinvolge l’uso della membrana peritoneale, una sottile membrana che riveste la cavità addominale, come filtro naturale per rimuovere scorie e liquidi in eccesso dal corpo.

Ecco come funziona la dialisi peritoneale:

  1. Preparazione del paziente: Il paziente riceve un catetere peritoneale, un tubo flessibile sottocutaneo che viene inserito nella cavità peritoneale attraverso un intervento chirurgico minore. Questo catetere rimane posizionato a lungo termine per consentire l’accesso alla membrana peritoneale.
  2. Somministrazione della soluzione di dialisi: Attraverso il catetere, una soluzione di dialisi (chiamata dializzante o liquido di dialisi) viene introdotta nella cavità peritoneale. La soluzione contiene sostanze chimiche che aiutano ad assorbire le scorie e l’eccesso di fluidi dal sangue attraverso la membrana peritoneale.
  3. Diffusione e assorbimento: Una volta all’interno della cavità peritoneale, la soluzione di dialisi rimane per un periodo di tempo specifico, chiamato il periodo di permanenza. Durante questo periodo, avviene il processo di diffusione e osmosi attraverso la membrana peritoneale. Le scorie e l’acqua in eccesso presenti nel sangue passano attraverso la membrana peritoneale nella soluzione di dialisi.
  4. Drenaggio: Dopo il periodo di permanenza, la soluzione di dialisi, ora contenente scorie e liquidi provenienti dal sangue, viene drenata dalla cavità peritoneale attraverso il catetere e eliminata.
  5. Ciclo: Questo processo viene ripetuto più volte al giorno, di solito quattro o cinque volte, in base al piano di trattamento del paziente.

La dialisi peritoneale offre una maggiore flessibilità rispetto all’emodialisi, poiché può essere eseguita a casa dal paziente stesso. Tuttavia, richiede una buona igiene e disciplina nel seguire il piano di trattamento. La scelta tra dialisi peritoneale ed emodialisi dipende dalle condizioni del paziente, dalle preferenze personali e dalla fattibilità logistica.

Dialisi renale come avviene

La dialisi viene effettuata in pazienti che hanno una ridotta o assente funzionalità renale e permette di eliminare i liquidi e le scorie che i reni non riescono più a filtrare. La dialisi ha inoltre l’obbiettivo di bilanciare la quantità di sostanze chimiche (elettroliti) e altre presenti nell’organismo.

La prima applicazione di questo trattamento risale al 1943 e fu eseguita da Johan Willem Kolff. La sua utilizzazione è stata però ufficializzata grazie a Quinton e Scribner nel 1960. Da allora si sono fatti grandi passi in avanti nell’ambito della dialisi, oggi abbiamo due tipi di trattamento: peritoneale ed emodialisi.

Peritoneale ed Emodialisi

La prima, come spiegato in un recente congresso del Gruppo di Studio di Dialisi Peritoneale della Società Italiana di Nefrologia, è ancora troppo poca diffusa in Italia: la fa meno del 10 per cento dei circa 50 mila dializzati presenti nel nostro Paese.

“Nel nord Europa, per esempio in Danimarca o in Svezia, la dialisi peritoneale è scelta per almeno il 25 per cento dei pazienti; a Hong Kong si arriva addirittura all’80 per cento e in molti Paesi è considerata la terapia di prima scelta per i dializzati – spiega Roberto Corciulo, nefrologo del Dipartimento di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Università di Bari, al Corriere.

La dialisi peritoneale, come dichiarato da Corciulo, consente di mantenere più a lungo una funzione renale residua “anche se la quota di sangue depurato dai reni è bassa, serve comunque a eliminare sostanze diverse da quelle che ‘ripuliamo’ con la dialisi e tutto ciò si traduce in una sopravvivenza più alta del 12 per cento. Inoltre, la qualità di vita dei malati migliora moltissimo perché non sono costretti a permanenze in ospedale lunghe e quasi quotidiane per il trattamento.”

Tale trattamento, più simile alla funzione naturale del rene rispetto all’emodialisi, sfrutta la membrana del peritoneo come filtro, il liquido di dialisi viene infuso mediante un catetere e lasciato per un certo periodo di tempo in modo che possa scambiare con il sangue i prodotti di scarto e quindi drenato via. Questo procedimento può essere eseguito manualmente anche dallo stesso paziente. È inoltre possibile ricorrere alla procedura automatizzata notturna, scelta nel 45% dei casi: il paziente non si accorge quasi di nulla.

Non solo, la dialisi peritoneale costa di meno rispetto all’emodialisi, questo perché permette di tagliare le spese relative alla gestione del personale dell’ospedale, della struttura e quelle sostenute dai pazienti e dalle loro famiglie.

Funzionamento della dialisi

Viene utilizzata una membrana semipermeabile che permette di separare il sangue dal liquido di dialisi, consente il passaggio di alcune sostanze e ne blocca altre. Tramite il processo di diffusione permette di espellere dal sangue i prodotti di scarto, l’acqua, gli elettroliti e altre sostanze nel liquido di dialisi.

La rimozione dei liquidi avviene in maniera differenze nei due trattamenti: nell’emodialisi si utilizza la pressione; nella dialisi peritoneale, invece, nel liquido di dialisi viene usato il glucosio che favorisce la fuoriuscita del liquido in eccesso dal sangue.

Dialisi: come ottenere esenzione

In Italia, il trattamento dialitico, compresa la dialisi, è fornito dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ed è generalmente coperto da un’apposita convenzione. Il diritto all’accesso alla dialisi è garantito a tutti i cittadini italiani e ai cittadini stranieri residenti legalmente in Italia.

Per accedere al trattamento dialitico convenzionato con il SSN, è necessario seguire una procedura che di solito coinvolge i seguenti passaggi:

  1. Diagnosi di insufficienza renale: Il paziente deve essere diagnosticato con insufficienza renale cronica o acuta che richiede trattamento dialitico.
  2. Valutazione da parte del nefrologo: Un nefrologo, un medico specializzato nei disturbi renali, valuta la gravità della condizione del paziente e decide se è necessario iniziare la dialisi.
  3. Referto al centro dialisi: Il nefrologo invia il paziente a un centro dialisi convenzionato con il SSN. Questi centri sono sparsi su tutto il territorio italiano.
  4. Valutazione dell’idoneità al trattamento: Il centro dialisi valuta l’idoneità del paziente e, se necessario, inizia il trattamento dialitico.
  5. Inserimento nei programmi di dialisi: Una volta valutata l’idoneità, il paziente può essere inserito nei programmi di dialisi del centro convenzionato.
  6. Trattamento continuato: Il paziente riceve il trattamento dialitico necessario in base alle sue condizioni cliniche e alle raccomandazioni del nefrologo.

L’accesso alla dialisi convenzionata in Italia è garantito a tutti i pazienti che ne hanno bisogno, indipendentemente dalla loro situazione economica o dallo status assicurativo. È importante consultare il proprio nefrologo e seguire le procedure indicate per assicurarsi di ricevere il trattamento dialitico necessario e convenzionato con il SSN.

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