I sintomi della depressione sono molteplici e possono essere sia psichici che fisici. E’ un dato di fatto che ogni cosa , al giorno d’oggi, può creare ansia, ogni cosa diventa delirante catastrofica e fallimentare e si ha un senso di malessere generale. Il passato diventa un’ossessione, c’è insoddisfazione e tendenza ad sotto valurarsi credendo di non meritare più la fiducia degli altri fino a ritenere la vita un peso e pensare al suicidio come all’unica soluzione di tutti i problemi. Chi soffre di questo male sa che lottare contro la depressione è difficile ma è assolutamente reagire.
Parlatene con un medico e non complicatevi la vita, soprattutto non isolatevi. Prendetevi cura di voi stessi, createvi degli obbiettivi e sfruttate il vostro tempo al meglio per raggiungerli.
Correlazione depressione- zuccheri
Alcuni studi scientifici hanno trovato l’influenza di alcuni fattori nutrizionali che aumentano o diminuiscono il rischio di depressione.
Il più importante è forse quello del 2015, pubblicato sul prestigioso Journal of Clinical Nutrition, che ha interessato più di 85mila donne in postmenopausa (quindi con una vita vissuta alle spalle) seguite per 7 anni (insomma, non uno studio di due settimane fatto su 20 persone di 15 anni).
Questo studio ha affermato che il consumo di zuccheri potrebbe aumentare il rischio di depressione in modo direttamente proporzionale (maggiore è il consumo, maggiore è il rischio), ma che servono trials randomizzati per capire se la dieta possa effettivamente prevenire il rischio depressione e aiutare chi invece sia già depresso.
Un altro studio, pubblicato su Clinical Nutrition Research, afferma che alcuni fattori nutrizionali sembrano proteggereci dalla depressione e sono: vitamina B12, omega-3, niacina, folati, vitamina B6 e, sorprendentemente, colesterolo (alti valori di colesterolo, pur non patologici, sembrano essere associati a basso rischio di depressione).
Ultimo studio, questo pubblicato sul Journal of Human Nutrition and Dietetics, è cauto: dice che sembrerebbero esserci fattori dietetici che influenzano la depressione
Depressione adolescenziale
E’opportuno ricordar che tutti gli adolescenti bene o male attraversano un periodo difficile con presenza dell’umore oscillante.
Come si fa dunque a capire se tuo figlio è davvero depresso?
Il disturbo può presentarsi con manifestazioni che variano in poco tempo da sintomi come sbalzi dell’umore, una persistente sensazione di impotenza, ricorrenti sensazioni di disperazione.
Bisogna tenere a mente però che depressione non sempre si manifesta con sentimenti di “forte angoscia” che isolano il ragazzino dal resto dei compagni, a volte anche atteggiamenti molto aggressivi sono sintomo di un forte disagio, in questo caso il ragazzo non ammetterà mai di sentirsi depresso e demotivato.
Agopuntura contro la depressione
L’agopuntura è in grado di alleviare i sintomi della depressione: è quanto dimostrato da uno studio condotto dai ricercatori della University of York. I risultati, pubblicati su Plos Medicine, attestano che i benefici di questa terapia sono simili a quelli che normalmente si ottengono con il sostegno psicologico (il counseling) e superano quelli dei farmaci antidepressivi, anche se non possono sostituirli.
Cos’è la depressione
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso, ne soffrono 15 persone su 100. Non va confusa con le giornate storte in cui ci sentiamo un po’ fuori forma. La depressione clinica è una malattia prolungata nel tempo. I sintomi sono: umore depresso, stanchezza, perdita di piacere per le attività verso le quali prima si mostrava interesse, aumento o diminuzione dell’appetito con conseguenze sul peso, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione. Il soggetto depresso si sente inutile, negativo, colpevole e può arrivare al suicidio.
Lo studio
I ricercatori hanno coinvolto 755 pazienti affetti da depressione, suddividendoli in tre gruppi: 302 di loro sono stati sottoposti a 12 sedute settimanali di agopuntura, altri 302 hanno ricevuto trattamenti di counseling e i restanti 151 hanno seguito normali terapie farmacologiche. Nessuno di loro è stato obbligato a sospendere i trattamenti che già stavano seguendo.
Risultati
Alla depressione dei pazienti in questione è stato affidato un punteggio 16, grado che, in una scala da 0 a 27, indica un livello di malattia medio-alto. Nelle persone sottoposte all’agopuntura il livello di gravità è sceso a 9, 11 per chi ha seguito la terapia incentrata sul sostegno psicologico, piuttosto insoddisfacente, invece, l’approccio con le normali cure mediche. Le terapie mediante agopuntura e counseling hanno quindi dato buoni risultati, effetti positivi che sono andati ben oltre i tre mesi di trattamento, hanno infatti interessato anche un ulteriore periodo di dodici settimane.
Una nuova strada
“Per la gente affetta da depressione, che ha fatto ricorso a varie terapie e ancora non ottiene i benefici desiderati provare l’agopuntura o il counseling sono opzioni che si affermano ora come clinicamente efficaci”, ha dichiarato Hugh MacPherson, autore principale dello studio. “Né l’agopuntura né le tecniche di aiuto psicologico possono sostituire i farmaci antidepressivi – sottolineano i ricercatori – Casomai, si potrebbe pensare di modificare le dosi farmacologiche se si abbinano le terapie alternative, sotto controllo medico.”
Sport di gruppo come antidepressivo
Fare sport di gruppo in adolescenza rappresenta un antidepressivo naturale scientificamente provato. Che sia rugby, pallavvolo o calcio non ha importanza: fare sport di gruppo rende felici. A confermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging.
I ricercatori della Washington University di St. Louis, negli Usa,hanno preso in considerazione un campione di 4.191 bambini tra 9 e 11 anni, i cui genitori hanno fornito informazioni sulla partecipazione dei loro figli a sport o altre attività e su eventuali sintomi depressivi. Si è notato che le scansioni cerebrali dei bambini forniscono dati sul volume del loro ippocampo, area del cervello importante per la memoria ma anche per l’umore.
Si è quindi affermato con certezza che il coinvolgimento nello sport è correlato ad un aumento del volume dell’ippocampo e alla riduzione della depressione nei giovanissimi. Questo è quanto sostenuto da Lisa Gorham, autrice principale dello studio. Tali relazioni sono risultate particolarmente forti in chi faceva parte di squadre scolastiche e associazioni sportive rispetto a chi aveva un impegno più informale nelle attività fisiche.
In realtà , anche prima di questo studio, molti sostenevano che fare sport in gruppo aumentasse il senso si soddisfazione: lo sport rende socievoli, crea emozioni e appaga il corpo. Durante l’adolescenza , lo sport aiuta a non essere isolati e a confrontarsi con i propri coetanei. Socializzare quindi rappresenta uno strumento importante per non cadere in depressione e aumentare la propria autostima.