I pediatri dicono sì al ciuccio anche dopo i 3 anni

Ciuccio sì, ciuccio no. Si tratta di un argomento che da sempre divide l’universo delle mamme. Fino a quando bisogna darlo al bambino? Esiste un’età limite? Su questa tema, in realtà, esistono diverse scuole di pensiero, perlopiù legate alle conseguenze che potrebbero subentrare in legame a un utilizzo troppo prolungato del ciuccio. A sdoganare le incertezze sul ciuccio ci pensa Italo Farnetani, pediatra di Milano, secondo cui non è obbligatorio togliere il ciuccio una volta raggiunti i tre anni di età.

“Il ciuccio – spiega il pediatra nel corso di un’intervista rilasciata all’Adnkronos – è una grande risorsa non per i genitori, ma per i bambini: determina una suzione non nutritiva che dà una sensazione di piacere, fa sentire il piccolo meno solo. Fa stare tranquillo il bimbo non in modo innaturale come un sedativo, ma regalandogli una sensazione di piacere che lo fa stare bene.”

Ciuccio dopo i 3 anni è giusto

Da qui l’importanza di non demonizzare il ciuccio: “Fino a 3 anni va dato, tranquillamente, a tutti.” E dopo questa soglia? Le scuole di pensiero sono molteplici e contrastanti. I dentisti dicono di non utilizzarlo perché impedisce la giusta formazione dei denti e può causare la deformazione dell’arcata dentaria e del palato. I neuropsichiatri infantili, invece, consigliano di far usare il ciuccio al bambino finché vuole farlo, altrimenti si rischiano traumi.

Per i pediatri “quella di togliere il ciuccio a tre anni è un’indicazione di massima – afferma Farnetani – se il piccolo rinuncia volentieri, non lo sostituisce succhiandosi il dito, non manifesta disturbi del sonno e non diventa irritabile o aggressivo, allora non ci sono problemi.”

Se invece il piccolo mostra una reazione irrequieta, è meglio che i genitori continuino a darglielo e provino ogni 6 mesi a toglierlo, finché non sarà lui a non volerlo più, in maniera del tutto spontanea.

Da evitare, però, quella brutta abitudine, assai diffusa tra i genitori, di immergere il ciuccio nello zucchero o nel miele, perché si aumenta il rischio di carie e botulismo.

Ciuccio

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