Secondo uno studio condotto da alcuni ricercatori, il fumo di cannabis porterebbe notevoli danni ai polmoni.

La voce proviene esattamente dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena e Reggio Emilia. Il resoconto dell’esperimento è presente sulla rivista scientifica PLOS ONE. Andando nello specifico, “Il fumo di cannabis crea danni polmonari simili a quelli provocati dal tabacco, ma in un tempo decisamente inferiore“.

Protagonisti della statistica sono dei giovani pazienti (112 pazienti tra i 18 e i 40 anni), operati per pneumotorace spontaneo. Quest’ultima indica una condizione patologica basata sull’ accumulo anomalo di aria all’interno della cavità pleurica.

Inoltre, sembrerebbe proprio che coloro che fanno un uso frequente di droga, presentino “una maggiore frequenza di sintomi respiratori tipo bronchite cronica“, rispetto a chi non fuma o fuma soltanto tabacco.

Ma non è tutto. Oltre alla tosse con catarro, c’è un aumento di lesioni polmonari e il rischio di recidive nella fase post-operatoria è molto più alto.

Cannabis più nociva del tabacco

La correlazione tra il pneumotorace e la cannabis è ancora da approfondire nel dettaglio.

A commentare lo studio condotto nell’Ospedale di Modena, ci ha pensato il docente di Chirurgia Toracica, Alessandro Stefani. Egli ha voluto commentare il tutto così:

“L’aspetto innovativo della nostra ricerca sta proprio nell’analisi delle fasi successive all’intervento chirurgico. Tra l’altro, che il fumo di marijuana provocasse danni al polmone è infatti già noto da diversi anni.

Tuttavia, la correlazione con lo pneumotorace è un argomento ancora poco studiato. Questo studio è la prima che evidenzia che i fumatori di cannabis operati per pneumotorace corrono maggiori rischi dopo l’intervento e sono più soggetti a recidiva”.

Ed aggiunge:

“Ovviamente, non vogliamo fare del terrorismo. È importante specificare che stiamo parlando di consumatori abituali che fumano tutti i giorni da diversi anni, non di chi consuma occasionalmente. Inoltre, alcuni avevano delle Tac simili ai polmoni di fumatori di sigarette di 60 anni”.

Cannabis: terapeutica o nociva?

Se da una parte emergono i danni ai polmoni della cannabis, dall’altra ci sono i suoi effetti benefici.

Infatti, secondo altri studi, la cannabis risulterebbe terapeutica per l’organismo. Ad esempio, quella ad alto contenuto di CBD viene utilizzata per il trattamento di stress, stati depressivi, disturbi del sonno, ansia e tanto altro ancora.

Possiede un effetto distensivo, rilassante e secondo alcuni, giocherebbe un ruolo fondamentale nei confronti del sistema nervoso. Di conseguenza, sarebbe un valido sostituito dei classici analgesici e antispastici.

Ma non è tutto. Secondo diversi studi scientifici, la cannabis sarebbe in grado di ridurre i danni del diabete, limitando i livelli di glucosio nel sangue e di insulina.

C’è anche chi la utilizza per il trattamento della sclerosi multipla. Questo perché la presenza del cannabidiolo, insieme al THC, riuscirebbero a diminuire l’intensità dei dolori muscolari. Pertanto, fungono da anti-infiammatorio e alleato contro i problemi di artrite.

Oppure, c’è chi sostiene che la cannabis sia perfetta per trattare una serie di inestetismi cutanei, come ad esempio l’acne o la psoriasi.

Fumo della cannabis vs tabacco

Insomma, stando a quanto emerso dal Policlinico di Modena e Reggio Emilia, il fumo della cannabis risulta più nocivo del tabacco.

O meglio, in termini di tempistiche, agirebbe molto più velocemente. Ad offrire maggiori dettagli sui danni, ci ha pensato la dottoressa Simona Guerzoni, dirigente della Struttura di Tossicologia Medica dell’Azienda.

Secondo lei, i danni sarebbero “verosimilmente dovuti alla più elevata quantità di sostanze nocive inalate, alla maggior durata della permanenza nelle vie respiratorie”.

Oppure, “al maggior trauma pressorio e termico, legati alla differente modalità di aspirazione del fumo e alla mancanza del filtro“.

Tuttavia, restano ancora dei misteri sui risultati dell’indagine. Allo stesso tempo però, diversi esperti nel settore si stanno già mobilitando per far luce sul caso.

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