A volte i giovani si lasciano influenzare dall’amico che in pochi mesi ha raggiunto un fisico muscoloso e scolpito e decidono di seguire i “consigli miracolosi” assumendo farmaci senza prescrizione medica da unire alla palestra, senza rendersi conto dei rischi per la propria salute.
E’ il caso dei tre giovani fermati in provincia di Palermo e trovati in possesso di un farmaco anabolizzante e di una prescrizione scritta a mano su un foglio.
Da lì parte l’indagine che arriva a una nota palestra di Caltanissetta dove si scopre un commercio illegale di medicinali ad azione anabolizzante, farmaci che possono essere venduti solo con la presentazione di ricetta medica e solo su responsabilità del farmacista se sono regolarmente registrati come specialità medicinali o preparati sotto forma di galenici.

I poliziotti indagano nel mondo del doping e dei body builder nisseni e scoprono l’intenso traffico di un gestore di 44 anni di una palestra nissena che poi arrestano.
Ad inchiodarlo anche le immagini delle videocamere che lo riprendono mentre preleva i farmaci anabolizzanti da un nascondiglio dentro l’intercapedine del muro seminterrato di un garage del palazzo di fronte alla sua palestra.

Le immagini riprendono i movimenti sospetti dell’arrestato che quotidianamente si reca nel seminterrato quando non c’è nessuno e indisturbato preleva scatole con i medicinali vietati, Winstrol Depot e Titan un farmaco dopante che contiene testosterone iniettabile.
Nel corso delle perquisizioni sequestrano circa 100 scatole di farmaci e un’altra decina viene trovata a casa dei clienti dell’arrestato, assuntori che lo raggiungevano da più parti della Sicilia: Petralia Sottana, San Michele di Ganzeria, Campobello di Licata.

Tra questi anche un 23enne gestore di una palestra di Serradifalco denunciato in stato di libertà.
Oltre smerciare sostanze anabolizzanti e dopanti, il gestore della palestra era anche “ l’esperto” che prescriveva il dosaggio, il “ciclo” da seguire e addirittura in un caso è stato scoperto mentre faceva un’iniezione a un collaboratore, senza badare minimamente ad alcuna norma igienica.
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno confermato anche la consapevolezza del danno alla salute che tali sostanze dopanti potessero avere sull’organismo.
Infatti l’arrestato raccomandava ai clienti di non prendere caffè insieme a queste sostanze perché altrimenti avrebbero rischiato il collasso.
Le scorciatoie possono essere pericolose specialmente quando c’è di mezzo la salute

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