La sensazione di bruciore durante la minzione accomuna donne e uomini, e può essere dovuta a diverse cause, tra cui spiccano le infezioni, che possono essere di diversa natura.

Tra le cause più comuni di questo disturbo c’è l’infezione alle vie urinarie, a cui sono più soggette le donne. Secondo dati statistici, infatti, almeno una volta all’anno una donna su cinque soffre di un’infezione del tratto urinario. La maggiore diffusione nel mondo femminile è dovuta al fatto che gli uomini possiedono un’uretra più lunga e la prostata secerne delle sostanze antibatteriche naturali che aiutano a tenere a bada le infezioni.

Inoltre, il calo degli estrogeni in prossimità del ciclo mestruale aumenta il rischio di contrarre un’infezione batterica o da fungo. L’urinocoltura è in grado di rivelare la presenza dell’infezione, il tipo di batterio che l’ha provocata e la quantità di microrganismi presenti.

Un’altra causa è l’uretrite, dovuta ad alcuni batteri e virus responsabili anche delle infezioni delle vie urinarie e delle malattie sessualmente trasmissibili, quali: Escherichia coli; Adenoviridae; Citomegalovirus; Virus dell’herpes simplex.

Le malattie sessualmente trasmissibili, come gonorrea, herpes genitale, clamidia, rappresentano un altro fattore scatenante.

Altre cause: infezioni ricorrenti alla vescica; cistite; infezione da Candida (candidosi vaginale); infezioni renali (i microrganismi possono facilmente scendere nella vescica urinaria e nell’uretra, causando bruciore durante la minzione).

Infiammazione Pelvica

La malattia infiammatoria pelvica è un’infezione degli organi genitali femminili, con particolare riferimento all’utero, alle tube di Falloppio e alle ovaie. È causata da agenti infettivi trasmessi per via sessuale.

 in particolare sono riscontrabili in due malattie sessualmente trasmissibili: la Gonorrea e la Clamidia. Possono trascorrere diversi giorni e anche mesi prima che la malattia si manifesti.

Il sintomo principale di questa patologia è il dolore, anche di forte intensità, localizzato nel basso ventre.

A questo si associano spesso: perdite vaginali di cattivo odore, dolore durante i rapporti, spotting, flusso mestruale abbondante, lombalgia, febbre (pari o superiore a 37,5), debolezza, diarrea, vomito, dolore durante la minzione.

La sintomatologia della malattia infiammatoria pelvica può essere di intensità lieve o grave, in alcuni casi la patologia può essere asintomatica.

I fattori di rischio sono molteplici: partner sessuali multipli, rapporti sessuali non protetti, uso della spirale come contraccettivo,ì. 

Ricordiamo la scarsa o eccessiva igiene personale (sarebbe opportuno evitare le lavande), aver contratto in passato malattie sessualmente trasmissibili. Anche l’età rientra tra i fattori di rischio: le donne sessualmente attive con meno di 25 anni sono maggiormente esposte perché la loro cervice è più soggetta alle malattie sessualmente trasmissibili. La fascia d’età più colpita è infatti quella tra i 20 e i 25 anni.

Trascurare o non curare adeguatamente questa patologia può portare a conseguenze anche molto pericolose per la salute della donna. Si possono infatti verificare complicazioni come sterilità, gravidanza extrauterina, infezioni genitali ricorrenti, dolore pelvico cronico, ascessi.

In assenza di una terapia specifica, tale malattia può comportare la formazione di tessuto cicatriziale che può arrivare a bloccare parzialmente o totalmente le tube. Se le tube sono completamente bloccate, gli spermatozoi non riescono a fecondare l’ovulo e si verifica la sterilità della donna; se l’ostruzione è invece parziale, l’ovulo può incontrare difficoltà nella discesa verso l’utero.

La malattia infiammatoria pelvica è infatti la principale causa di gravidanza ectopica: l’ovulo fecondato, non riuscendo a raggiungere l’utero, si impianta nelle tube. Ciò può provocare una lacerazione della tuba, con conseguente dolore intenso, emorragia interna o persino il decesso della paziente.

 

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