L’importanza di queste strutture che si occupano della prima infanzia, come l’asilo nido e la scuola materna, sono di grande Importanza sociale.

I motivi sono presto detti: lasciano tempo libero ai genitori, soprattutto per i lavoro,consentendo un maggior benessere economico della famiglia secondo, permettono ai bambini di conoscere per tempo il mondo che sta fuori dalla loro casa, col suo complesso intreccio di relazioni, favorendone il processo di socializzazione.

Queste istituzioni sono positive, utilissime, spesso insostituibili vanno guardate con simpatia e sostenute con impegno, al fine di aumentarne il numero, potenziarne le strutture e qualificarne il personale .

Certo, nella pratica non sempre corrispondono appieno alle definizioni e alle intenzioni del quadro che le rappresenta, ma ciò può servire da stimolo per i genitori ad impegnaarsi in prima persona per farne migliorare il funzionamento. A tal fine è consigliabile partecipare alle riunioni periodiche e contattare spesso responsabili e personale, agiornandosi sulle eventuali problematiche e contribuendo a risolverle.

Interazione fra genitori ed educatori

In questa interazione collaborativa fra educatori e genitori, questi ultimi possono discutere naturalmente anche le necessità o le difficoltà del proprio figlio, cercando di scoprire insieme come operare asuo vantaggio. Non ci si può preoccupare solo degli orari, che per molti dovrebbero coprire una lunga parte della giornata, o dell’ubicazione dell’asilo più o meno in prossimità dell’abitazione, oppure dell’ andamento della refezione. Anche se non si può disconoscere la rilevanza di questi argomentiè  necessario occuparsi dei percorsi educativi ideati e attuati dall’peratore. Lo stesso  vive a contatto col bambino, per conoscerli, verificarne l’efficacia, assecondatli o,nel caso, rivederli.

La famiglia e l’educatore non devono inquadrare come controparti, ma come compagni di squadra. Insieme, secondi i rispettivi talenti, praticando rispettivamentela critica aperta e costruttiva , nonché autocritica, possono facalizzare ciò che è più utile al bambino e anche le proprie eventuali lacune. Ecco qualche esempio concreto:

a) Il bambino desidera trascorrere più tempo coi genitori

b) non ha ancora sviluppato un’a-dewata comunicazione emotiva desidera maggior disponibilità all’ascolto nei propri confronti

d) vorrebbe più spazio per esprimersi, invece che regali continui

e) si esprime con gesti violenti,che dovrebbero essere invece contenuti.

Con i mezzi di cui dispone, il bambino chiede un rapporto più lstretto e costante, più presenza,più affetto. I genitori non se neerano accorti ma, grazie al dialogo con l’operatore, ora se ne rendono conto e cercano di provvedere,delineando con quest’ultimo un programma di interventi.

Cosa portare all’asilo nido e come avviene la socializzazione

Solitamente lo si sa nel momento dell’accettazione della domanda d’iscrizione. Al Nido privato, a esempio, ti chiedono di portare pannolini, un cambio al giorno, biberon /ciuccio (se il bimbo lo prende) asciugamani e crema intima. Ogni asilo comunque ha il suo vademecum.

Se è vero che la mamma è in grado di creare, nel calore della casa,attorno al neonato un ambiente affettuso e protettivo, indispensabile nei primi mesi di vita, è altrettanto vero che poi l’asilo nido è necessario per dare inizio da subito alla vita in comunità. Lo stretto «rapporto madre-figlio, se prolungato oltre il primo periodo, si trasforma in un ostacolo alla crescita psicologica deì bambino, perché dà luogo ad una vita sostanzialmente a due,mentre, la società all’esterno nella quale si dovrà muovere, si compone di molte persone. Molte idee, differenti culture e perfino svariate razze, con le quali occorre imparare a convivere, e serriranrln la propria libertà, una grande magnifica libertà, che però nondeve invadere né ostacolate quella degi alai.

Imparare a socializzare significa sopratutto abituarsi a non competere, ma ad accettare, a collaborare, ad aiutare e a rispettare il prossimo. Questa è una grande occasione sia poter osservare i comportamenti di tanti altrie ascoltare le loro parole, cercando di afferrarne il senso profondo per il proprio affinamento spirituale.

Come aprire asilo nido in casa o in un locale

Con tanta passione per i bambini,una buona preparazione, un po’di soldi e un minimo di spirito imprenditoriale, si potrebbe anche aprire un nido privato. Già. E poi cosa fare, da dove iniziare?

Se non si hanno esperienze in merito, si può far ricorso al Franchising.  Dietro a compensi soppottabili, l’organizzazione di Franchising pensa a tutto trova i locali idonei, li ristruttura opportunamente,consiglia l’arredamento a norma e collabora a formare il personalecon corsi di preparazione e di aggiornamento.

Inoltre, si occupa dei permessi, di tutta la parte burocratica e fornisce informazioni per ottenere eventuali finanziamenti.

Un ‘altra  è quella di far ricorso direttamente alle organizzazioni comunali, che indicono periodi cibandi di concorso, per poter ottenere qualifiche e fondi.

Origini dell’asilo nido

Con la rivoluzione industriale, nel novecento, insieme alle fabbriche quindi, nacquero anche Primi asili. Si erano improvvisamente resi necessari dei ricoveri per i bambini che vagavano solPer le città, mentre i genitori lavorano come operai e con ora d’ incubo all’inizio se ne occupatono volontariamente persone di buon cuore di diverse e strazioni poi, nel novecento. Subentrarono le istituzioni religiose.

Il loro sviluppo riprese con vigore a nord in occasione del boom industriale. Nel anni sessanta, per far fronte al problema educativo della grande massa dei figli degli operai, immigrati da sud, e che non disponevano, pertanto, dei nonni a cui fare ricorso.

Questa volta furono i comuni ad intervenire, affiancando i parenti.

Nel’68 il governo fece nascere lascuola materna statale, che andava ad integrare numericamente quella comunale. Oggi, accanto ai suddetti servizi pubblici si tovano anche numerose strutture private.

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