L’argomento delle cure e dell’assistenza domiciliare è tutt’altro che semplice da affrontare poichè queste forme di assistenza sono, molto spesso, ridotte al minimo o addirittura negate. Nell’ultimo perido sono aumentate anche le denunce come risulta dall’ultimo rapporto del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (Cnamc), cui hanno collaborato 38 organismi nazionali di individui.

Molte esperienze sono utile per approfondire il tema. Il figlio di una signora di 89 anni che vive nelle Marche racconta: “Mia madre è invalida al 100 per cento, perché è cardiopatica, soffre di Alzheimer e di diabete e ha un’insufficienza renale grave. Abbiamo attivato l’Assistenza domiciliare integrata (Adi), che, oltre alle visite a casa di medico di famiglia e infermiere, prevede l’intervento di specialisti come il cardiologo, il geriatra, il neurologo. Ma alla Asl mi hanno detto che non hanno specialisti che facciano visite a domicilio, quindi, per i controlli, mia madre deve andare in ospedale e ogni volta bisogna pagare un’ambulanza per trasportarla. Nemmeno il geriatra prende in carico il malato: fa la visita a casa soltanto quando occorre stabilire se è necessario o meno portarla in una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa)”.

Arriva da una signora della Sardegna un’altra testimonianza: “Mia madre, che ha una serie infinita di patologie, è seguita in Adi. Prima aveva 4 ore di assistenza per 4 giorni alla settimana; ora soltanto di 2 ore per 2 giorni alla settimana. Il motivo? Carenza di fondi”.

Un residente nel Lazio, invece, racconta: “Dallo scorso luglio mia moglie è costretta a letto a causa di numerose patologie invalidanti. Doveve avere l’assistenza domiciliare dalla Asl, con medici, fisiatra e operatori della riabilitazione, ma non si è presentato mai nessuno. Per garantirle le cure necessarie mi sono così rivolto a privati. Ora, però, non ho più soldi per proseguire le terapie”.

Le testimonianze delle persono che si sono rivolte al Pit Salute (Progetto integrato di Tutela) di Cittadinanzattiva hanno mostrato che molte volte sono negate o ridotte le cure domiciliari che di diritto spettano a soggetti non autosufficienti e in condizioni di fragilità. Queste testimonianze sono avvalorate anche dalle assciazioni che giudicano inadeguata l’assistenza domiciliare e l’esigue numero di ore concesse.

Anche le statistiche aiutano a vedere come questo tipo di servizi sia sempre più necessario alla popolazione: oggi, circa 13 milioni di persone in Italia hanno più di 65 anni e, secondo le previsioni Istat, nel 2043 gli anziani saranno il 32% della popolazione, di cui la metà ultraottantenni. Attualmente il 39% della popolazione soffre di patologie croniche e tra gli over 75, circa il 67% soffre di almeno due patologie. Nell’ultimo anno, inoltre, un italiano su tre ha avuto necessità di avvalersi di qualche servizio di assistenza domiciliare temporaneo o di un ricovero.

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