Casa di moda parigina lancia una linea di abiti contro le radiazioni.
Ecco l’ultima idea per contrastare le onde elettromagnetiche causate da collegamenti Wi-Fi, cellulari, apparecchiature elettroniche e proteggersi dai rischi che da essi derivano.
Una casa di moda francese ha progettato, in collaborazione con alcuni istituti universitari e il Centro nazionale di ricerche d’Oltralpe, un «tessuto scudo» rubato agli abiti da lavoro di chi ogni giorno vive esposto a radiazioni.
Gli abiti sartoriali sono in grado di proteggere chi li indossa schermando fino al 90 per cento delle onde causate da oggetti esterni.
Una nuova moda dunque che corrisponde a un bisogno preciso: ripararsi dal bombardamento di radiazioni i cui rischi ancora, dopo molti anni, non hanno prove certe rispetto alle conseguenze sulla salute dell’uomo.
I primi vestiti di taglio maschile sono stati presentati alle ultime sfilate e fanno già parte della collezione primavera-estate 2013 della casa di moda parigina Smuggler.
Per i rappresentanti della stessa casa sartoriale, sono i primi abiti al mondo per la vita di tutti i giorni che racchiudono protezioni altamente tecnologiche finora riservate solo per professioni a rischio.
I tessuti di cui sono composti sono stati arricchiti da elementi in nickel non allergico, acciaio inossidabile, alluminio, pirite, tutti elementi in grado di proteggere, se opportunamente mixati, dalle onde radio.
A questo progetto hanno lavorato per oltre tre anni ricercatori francesi dell’istituto Xilm, una collaborazione tra l’università di Limoges, nel sud della Francia, e il francese Cnrs, l’equivalente del nostro Consiglio nazionale delle ricerche.
Nel centro di Limoges lavorano 350 persone impegnate nella ricerca su vari fronti, tra cui proprio quello dell’elettromagnetismo.
Il lavoro è stato testato con tutti i dispositivi comunemente usati per lavoro o svago nella vita quotidiana: i tablet, gli smartphone, i cellulari di vecchia e nuova generazione, i Pc portatili collegati via Wi-Fi ed altro ancora.
I risultati hanno dimostrato che, aggiungendo agli abiti i materiali citati, si riesce a riparare gli organi vitali dal 90 per cento delle radiazioni.
Ancora non esistono prove certe dei rischi che l’esposizione più o meno prolungata alle onde elettromagnetiche causi sull’uomo.
Per lo Iarc, International Agency for Research on Cancer, l’agenzia delle Nazioni Unite con sede a Lione che classifica il rischio relativo ai tumori di agenti fisici e chimici, i campi elettromagnetici sono «potenzialmente cancerogeni per l’uomo».