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Controindicazioni all’allattamento naturale

Talvolta sussistono controindicazioni all’allattamento naturale , per cause che possono rigardare la madre, malattie infettive gravi (tifo, tubercolosi, epatite B. virus HIV) e malaaie croniche debilitanti(distmbi cardiaci o renali gravi, leucemia, epilessia)-oppure riguardanti il bambino malformazioni al labbro o al palato che  rendono impossibile una corretta suzione e grave immaturità (un peso troppo basso alla nascita costringe a un’alimentazione aura verso sondino per l’incapacità del piccolo di succhiare).

Alcune difficoltà possono derivare dalla scarsa produzione di latte(alla quale troppo spesso si ricorreper spiegare problemi di altra origine), da ragadi al seno, mastite o ingorgo mammario, oppure da infezioni alle vie respiratorie delbambino, che gli rendono difficile respirare durante la poppata.

Questi problemi sono spesso risolvibili, ma possono comunque comportare un ostacolo temporaneo alla suzione.

Allattamento artificiale

Qualora la donna, a causa di condizioni particolari, non possa allattare o non desideri intraptendere l’ allattamento al seno,rende necessario ricorrere a quelo artificiale.

Latte vaccino non va bene

L’uso del latte vaccino per il neonato viene sconsigliato da pediattie nutrizionisti per alcune ragionidi fondamentale importanza.

Esso, infatti, contiene troppe pro-teine, sali minerali e grassi satutied è invece carente di zuccheri. In particolar modo di lauosio.

L’elevata percentuale di proteine e sali minerali è particolarmente pericolosa per il delicato equilibrio idricosalino del bambino, epuò anche portare alla sua oiridkaatione. I suoi reni, infatti, non tiescono a eliminare I sali di troppo,fatto che porta alla perdita di un’eccessiva quantità di acqua. II Piccolo quindi si disidtata, mentre la concentrazione del sale nel san-gue rimane c omunque elevata, condizioni che si può rivelare molto pericolosa. Un tempo, per prevenite questa situazione, si diluiva il latte vaccino con acqua, rendendolo però, in questo modo, troppo pocoenergetico perciò si aggiungeva saccarosio, che, peraltro, non poteva ‘sostituire il lattosio nelle sue importanti funzioni. Si otteneva, cioè, un prodotto poco equilibrato dal punto di vista nutrizionale.

Oltre a questi problemi, nel latt edi mucca le proteine, quali caseina, lattoalbumina e lattoglobulina, sono molto grandi e più difficili da digerire rispetto a quelle del latte materno. Ciò può anche procurare microlesioni della parete intestinale, con conseguenti perdite di sangue. Queste proteine sono, inoltre, dotate di un forte potere allergizzante, per cui la loro somministrazione può anche rivelarsi pericolosa.

Oggi è possibile reperire in commercio diversi tipi di latte artificiale che, almeno dal punto di vista nutrizionale, possono sostituire egregiamente il latte materno.Questi prodotti, chiamati“formule”, sono latti umanizzati di derivazione vaccina.

Per ottenere un latte adattato bisogna, perciò, apportare alcune modifiche al latte vaccino. Le più importanti sono:  Diminuire la quota proteica. e Modificare il rapporto fra caseina e siero proteine (aumentando queste ultime), per ottenere il valore tipico del latte umano. Le siero proteine, infatti, sono più digeribili e hanno un valore biologico più elevato.

· Sostituire parte dei grassi con grassi di origine vege tale, per aumentare l’introito di acidi grassi insaturi.

· Aggiungere lattosio, presentein quantità tlopEo scarsa nel lattevaccino e che, invece, è di grande importanza per lo’sviluppo del sistema nervoso del bambino.

· Diminuire il contenuto di sali minerali, per non sottoporre I renidel neonato a un carico di lavoro troppo pesante.

* Aumentare l’apporto di vitamine per soddisfare il fabbisogno giornaliero del piccolo.

Una delle poche caratteristiche non riproducibili del latte umano è l ‘elevata biodispinibilità del ferro che nei latti adattati risulta essere assorbibile in percentuale molto minore. Il tipo di formula da utilizzaredipende, prima di tutto, dall’ età del bambino. Se, infatti, il passaggio dall’allattamento maternmo a quello artificiale avviene nei primi quattro mesi di vita, il pediatra consiglierà un latte il più simile possibile a quello materno. Se, invece, la sostituzione avviene circa al quinto mese, sarà necessario un latte detto di proseguimento, un tipo di latte più concentrato rispetto a quello dei “primi mesi”(I reni del bambinosono ora più maturi e in grado dieliminare una maggior quantità di sali e scorie).

Questi preparati sono presenti incommercio sia in polvere che liquidi.

Le formule liquide hanno il grosso vantaggio di essere sempre pronte e di composizione sempre costante, ma, una volta aperta la confezione, non si conservano a lungo e perciò sono soggette a uno spreco maggiore. I latti in polvere sono più econo.miei e si conservano per più temp°, ma sono più tunghi dapreparare e, inoltre, devono essere dosati con attenzione, seguendo le istruzioni, e diluiti con acqua oligominerale.

L’acqua del rubinetto può, infatti, essere soggetta a inquinamento chimico (piombo) e batteriologico. 

Per i  bambini che manifestano allergia alle proteine del latte vaceino, esistono due soluzioni di verse il latte di soia e gli idrolisaproteici.

Il latte estratto dalla soia è un latte ricco di proteine, che viene umanizzato ottenendo un prodotto ottimo dal punto di vista nutrizionale

Gli idrolisati proteici, invece, come (indicati anche per I ratissimi casi di allergia al latte di soia), sono formule nelle quali le proteine sono predigerite e, di conseguenza, hanno perso il loro potete allergizzante. L’unico problema di questo tipo di latte è il suo costo il molto elevato.  Esistono, poi, anche formule ipoquallergeniche normalmente usate per prevenire eventuali allergie.

Allergie

Infatti, se il bambino ha familiarità con le allergie, è bene cautearsi con precoci misure preventi-ve, prima fra tutte quella di prolungare Tallauamento materno ilpitt a lungo possibile. Se questo,

però, non fosse possibile, è consigliato Fuso dei lai H. A. (HypoA11ergenic), nei quali si ha solouna parziale digestione delle pro-teine (essa, cioè, non è completacome negli idrolisati).

Quanto latte dare al bambino

È ormai convinzione generale cheil neonato possieda una innata capacità di autoregolazione, perquanto tiwarda la quantità di taue che gli è necessaria per soddisfare le proprie esigenze.

Significa, cioè, che il bambino è ingrado di porsi dei limiti e di man-gare solo quanto e quando gli ènecessario. Questo awiene siacon r allauamento al seno che con quello artificiale, in quanto il senso di sazietà è legato esclusivamente alla quantità di sostanze

 

In ogni caso, sia con I’allattamento a richiesta sia con quello a orari fissi. è di fondametantale importanza non insistere mai affinché il bambino finisca tutto il latte del biberon sarebbe inutile e contro producente. Esistono, tuttavia, delle indicazioni ni di massima sulla reazione giornaliera di latte e sulla frequenza delle poppate.

Allattamento al seno

La doppia pesata del bambino,prima e dopo la poppata, per stabilire il quantitativo di latte ingerito, è un’inutile e stressante fatica per la madre.

Il  modo migliore per verificare se il bambino mangia a sufficienza’è quello di osservare il suo comportamento se dorme ed è tranquillo,significa che sta bene ed è soddisfatto. Per quanto riguarda la frequenza delle poppate, in linea di massima si parte da sei al giorno,si passa quindi a cinque, per scendere a quattro pasti giornalicri

Con lo svezzamento, bisogna però sottolineare che questi numeri sono del tutto indicativi  e che il numero dei pasti può essere influcnzato dai vari fattori . Ci sono bimbi con appetito maggiore di altri. Inoltre,essendo la suzione dal seno particolarmente gratificante, sarà più lenta la diminuzione del numero delle poppate rispetto ai bimbiallattttti col biberon. È necessario comunque pesare il piccolo una volta alla settimana,per verificare che la sua crescitasia sempre costante.

Di quante calorie ha bisogno il bambino al giorno

per i primi quattro-cinque mesi, la quantità di calorie necessaria giornalmente al bambino è di circa110-120 kcal per ogni kg di peso.Poiché 100 cc di latte contengono70 kcal, il fabbisogno caloricogiornaliero del bimbo è soddisfatto da circa 165 cc di latte per ognisuo kg di peso. La quantità calcolata in questo modo va divisa per il numero delle poppate, ottenendo cosi la razione di latte perogni singolo pasto. Per ciò che concerne la frequenza delle poppate, le regole sono le stesse deu’allattamento al seno.

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