Intorno alle 19 di oggi, la prova di forza di Trump è stata messa in atto in Afghanistan con il rilascio della ‘madre di tutte le bombe’, l’ordigno non nucleare più potente mai usato nella storia, la Moab, sviluppata nel 2003 e finora mai utilizzata.

L’ordigno ha colpito un tunnel utilizzato dalla filiale locale dell’Isis nella provincia di Achin (regione Nangarhar) per mandare un chiaro segnale sia al Califfato sia alla Corea del Nord ed alla sua minaccia di usare la bomba nucleare.

Trump ha voluto intimorire l’Isis con una super bomba la cui deflagrazione equivale all’esplosione di ben 11 tonnellate di tritolo.

Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, ha dichiarato: “Per sconfiggerli dobbiamo negare loro spazio operativo”.

 

Dossier americani in vitro?

Un dossier americano conterrebbe prove schiaccianti sulla responsabilità di Assad in relazione ai  bombardamenti in Siria: esistono intercettazioni riguardanti militari siriani che preparano l’attacco chimico.

Prove schiaccianti che, come insegna Hollywood, possono essere annunciate e smentite il giorno dopo. Proprio come è successo in Iraq tra Saddam Hussein e Colin Powell il quale presentò prove all’Onu.

Prove e dossier possono essere costruite in vitro. Le intercettazioni manipolate sono pane quotidiano nelle aule penali.

Nessuno ha ancora chiesto a Trump: perché Assad sarebbe stato tanto cretino da preparare un attacco chimico in un momento del genere?

Perché queste intercettazioni non sono state usate per fermare l’attacco chimico e sono spuntate fuori all’improvviso, a distanza di una settimana dal bombardamento (avvenuto il 5 aprile)?

 

Assad: “Il raid chimico non è mai avvenuto”

Assad, durante un’intervista alla France Press, ha assicurato di non possedere armi chimiche di alcun tipo.

Il raid chimico contro la città Khan Sheikhun controllata dai ribelli “non è mai avvenuto” dichiara il presidente siriano Bashar al-Assad.

La Siria ha consegnato tutte le armi chimiche all’Onu dopo l’attacco a Goutha del 2013.

“Se avessimo ancora quelle armi non le useremmo” aggiunge.

Assad intende lavorare con i russi su un’inchiesta internazionale assolutamente imparziale, non utilizzata a fini politici.

Dal canto loro, nelle ultime ore, Russia e USA (pronti a ripristinare la ‘linea rossa’ per evitare incidenti militari) considerano necessaria un’inchiesta dell’Onu sull’attacco chimico in Siria.

Washington è in malafede, l’attacco chimico è il pretesto utile agli americani per ‘colpire’ la Siria e assicura che “La nostra potenza di fuoco (per attaccare i terroristi) non è stata intaccata dagli Stati Uniti”, dal raid del 7 aprile.

“La nostra impressione è che l’Occidente, gli USA in particolare, sia complice dei terroristi”.

Per la prima volta, Assad commenta tutte le accuse mosse da Trump.

L’esercito siriano ha denunciato un attacco, un bombardamento della coalizione internazionale a guida USA avvenuto ieri tra le 17,30 e le 17,50 su un deposito di sostanze tossiche dell’Isis nei pressi del villaggio di Hatla: avrebbe causato centinaia di morti per gas tossici, tra cui civili.

Attivisti, ong e Stati Uniti smentiscono.

La notizia del presunto attacco diffusa dall’agenzia governativa Sana è, al momento, da ‘verificare’.

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2 COMMENTI

  1. Riguardo alla notizia dell’attacco diffusa soltanto dall’agenzia Sana da ‘verificare’ e di cui nessun altro ha scritto. ANSA conferma che le forze armate Usa fanno sapere che in seguito ad un raid aereo nel nord della Siria sono rimasti uccisi per errore 18 combattenti alleati impegnati nella lotta all’Isis. Martedì scorso gli aerei Usa si sono fidati delle coordinate errate date loro dalle Forze democratiche siriane (Sdf), composte soprattutto da miliziani curdi. L’obiettivo era una posizione dell’Isis a sud di Tabqa, roccaforte dello Stato Islamico: le bombe sono invece finite sulle linee delle Sdf, causando 18 vittime. Sorry…

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