Secondwife: il sito per chi cerca una seconda moglie

Si chiama SecondWife ed è un sito d’incontri per musulmani alla ricerca di una seconda moglie. Fondato da Azad Chaiwala, imprenditore pachistano residente in Inghilterra, sta riscuotendo un grande successo tra gli inglesi di fede musulmana, tanto che in poco tempo le iscrizioni sono state quasi 35 mila. Un numero da una parte inatteso e dall’altra motivo di forti polemiche, dal momento che in Inghilterra la poligamia è punibile con il carcere fino a sette anni.

“Quelli che protestano sono ipocriti – commenta l’imprenditore pachistano – È per chi il matrimonio lo prende seriamente. Non c’è nulla di illegale.” La religione musulmana, spiega, consente di avere fino a quattro moglie solo se, di volta in volta, c’è il consenso delle spose con cui si è già convolati a nozze.

“I siti sono pubblici proprio perché non c’è nessun invito a violare la legge – sottolinea -. I Paesi occidentali proibiscono la poligamia, ma questi matrimoni non vengono registrati ufficialmente. Per essere vissuta, una relazione non ha bisogno di pezzi di carta.”

Per far parte della community di SecondWife, è necessario compilare una scheda con le proprie informazioni (se si è sposati, numero delle moglie, religione, quanto spesso si prega), le quali verranno poi assimilate dal motore di ricerca per far incontrare i partner “giusti”.

Gli utenti si controllano a vicenda, in modo da denuciare eventuali situazioni disdiccevoli. Inoltre, un team di esperti monitora che le foto caricate sui profili o inviate in privato rispettino la decenza delle donne.

Khalid Mahmood, parlamentare laburista, si è scagliato contro questo sito, tentando di dissuadere le donne facendo leva sui rischi finanziari e legali. Contraria anche Mariam Khan, rappresentate al Consiglio cittadino di Birmingham, secondo la quale ci sarebbe un uso distorto dei precetti islamici.

Azad-Chaiwala secondwife

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