Se l’avvocato guadagna poco può essere cancellato dall’ordine

CANCELLAZIONE ALBO AVVOCATO

E’ quanto stabilito dalla nuova legge professionale (legge 247 del 2012) che prevede l’iscrizione obbligatoria alla Cassa forense e di conseguenza il pagamento dei contributi obbligatori.

In specie l’articolo 21 comma 8 dispone che

“l’iscrizione agli Albi comporta la contestuale iscrizione alla Cassa Nazionale di previdenza e assistenza Forense e quindi l’iscrizione alla Cassa Forense, già prevista obbligatoriamente per tutti gli iscritti agli Albi che esercitino la professione con carattere di continuità -cioè raggiungano prefissati limiti minimi di reddito o di volume d’affari professionali-, viene ora fatta coincidere con il momento dell’iscrizione agli Albi, a prescindere da tali parametri reddituali. Ne consegue che la cancellazione dalla Cassa Forense sarà possibile soltanto nel caso di cancellazione dell’iscritto da tutti gli Albi Forensi”.

Il problema quindi si pone:
I giovani avvocati come faranno? Sembra che il guadagno decreti la bravura di un avvocato.

 Come può un avvocato trentenne, senza Santi in Paradiso e senza studio ereditato, guadagnare tanto?
Questa riforma pare decisamente incostituzionale in quanto l’accesso alla professione é libero e non può essere condizionato al pagamento di somme di denaro alla cassa..

Si dovrebbe  pagare quindi alla cassa una percentuale di quello che si guadagna.
Il contributo minimo è anticostituzionale,  Ridicolo e  Vergognoso in conclusione.

La percentuale sul guadagno è una soluzione ,se proprio si vuol rendere l’iscrizione alla cassa obbligatoria. Vincolare l’esercizio della professione a un certo guadagno è imbarazzante e scorretto nei confronti di chi ha intrapreso questo cammino con certe regole, contando su certi principi costituzionali… ed ora cambiano le carte in tavola con una legge anticostituzionale.