tanti ragazzi non riescono nella capriola

La capriola non è un problema da sottovalutare. «In prima media — riferisce Sergio Dugnani, professore di Scienze del Movimento all’Università di Milano — due ragazzi su tre non sanno eseguire una capovolta in avanti: si bloccano, contorcono, accasciano su un fianco. Un tempo la capovolta si apprendeva in maniera naturale giocando, tra i 6 e gli 8 anni, dopo aver imparato a rotolare e strisciare. Doverla insegnare a ragazzi di 11-12 anni che pesano già 40 chili significa recuperare un ritardo».

Anche la docente Annalisa Zapelloni, preside dei docenti di educazione fisica romani, è assolutamente d’accordo con questo pensiero: «La scomparsa del gioco di strada ha provocato danni incalcolabili. Chi non si è mai arrampicato su un albero o su un muro non ha forza nelle braccia e nelle gambe ed è privo del senso dell’equilibrio. Vedo ragazzini in difficoltà se chiedi loro di saltare a piedi pari una riga disegnata sul pavimento. Non sono disabili: semplicemente non l’hanno mai fatto».

Mario Bellucci, grande studioso dichiara che: i ragazzi non sanno andare in bici.

Dopo uno studio approfondito dell’Istituto regionale ricerca educativa del Lazio, si può affermare che la resistenza di tanti adolescente italiano è diminuita dell’1 per cento l’anno dal 2005.

«Tanti quindicenni — spiega Mario Bellucci, tra gli ideatori dello studio — non sanno andare in bici. Di correre non se ne parla, il camminare è ridotto a pochi metri al giorno. Il livello di mineralizzazione delle ossa si abbassa: non è un caso che a scuola tanti ragazzi siano perennemente infortunati. La loro muscolatura è così poco tonica da creare problemi di postura: dopo pochi minuti in piedi devono sedersi. Sono stanchi».

 

Ragazzi quindicenni non hanno più forza

Oggi tantissimi ragazzi si trovano in  forma fisica  preoccupante. Basti pensare che i quindicenni non hanno più forza nelle braccia. Sono stati respinti 68 alunni su 100 per la resistenza, 50 in velocità e 47 nella sincronizzazione dei movimenti.

«Nessuno —parole di Sergio Dugnani si occupa più di sviluppare le capacità condizionali dei nostri ragazzi. Assecondati dalle famiglie, considerano lo sport solo come una delle tante opzioni per il loro tempo libero cambiando specialità di anno in anno senza padroneggiarne nessuna. Il gioco nel cortile, quello che permetteva lo sviluppo armonico involontario del corpo, è scomparso. Dal rincorrersi, saltare la corda, lanciarsi la palla ci si è ridotti all’immobilità dell’appartamento e del videogioco».

 

 

 

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3 COMMENTI

  1. Gentile Marina,
    non è vero che “tanti ragazzi non amano praticare nulla di tutto ciò, amano i video giochi scaricare film ecc.” Al contrario amano muoversi, giocare, ovunque possano farlo. La questione gira tutta attorno agli spazi che non ci sono. La Regione Lazio costruisce scuole senza palestre. Nel mio quartiere non esistono spazi liberi per giocare. A Roma è difficile giocare a Pallamano semplicemente perché non ci sono spazi coperti regolamentari. A fine marzo sarò a Formia per un corso di aggiornamento e tra le varie proposte ci sono giochi di squadra che non potrò mai fare nella mia scuola. La “capriola” è solo il “fenomeno” di qualcosa di profondamente sbagliato e la colpa è solo di noi adulti.

  2. Ciao Francesco hai perfettamente ragione, qualsiasi disciplina sportiva che si pratica fa bene sia al corpo che alla mente, ma oggi purtroppo tanti ragazzi non amano praticare nulla di tutto ciò, amano i video giochi scaricare film ecc.

  3. Bisognerebbe capire, non solo il fallimento di una struttura, ma anche differenziare lo sport dal movimento. Lo sport ha come fine unico quello della competizione il movimento ovvero la ginnastica quello della salute delle

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