Ritratto di uno stalker: italiano, disoccupato e quarantenne
Ritratto di uno stalker: italiano, disoccupato e quarantenne

L’identikit dello stalker, emerso a seguito di uno studio, corrisponde ad un uomo italiano, operaio o disoccupato che ha circa sui 40 anni ed è affetto da dipendenze come alcol e droga.

Un’indagine “empirica sulla giurisprudenza in tema di violenza domestica” effettuata a seguito di 120 processi, svolti nei Tribunali di Pavia, Milano e Como, hanno fatto emergere il profilo dello stalker tipo.

E’ emerso che nel 70% dei casi, vittima e carnefice avessero una relazione sentimentale (convivenza o matrimonio) e che nel 40% dei casi, il procedimento si sia concluso con un’assoluzione. 

Quasi il 70%, di questa tipologia di stalker, soffre di dipendenze come alcol e droga (la seconda, con meno frequenza) e nel 14% dei casi, ha dei precedenti penali. Come accennato, nella maggior parte dei casi, si tratta di convivenza o matrimonio e nel 30% ci sono stati dei bambini, che hanno assistito alla violenza o ne sono stati vittime.

E’ emerso, inoltre, che le donne tendono a far passare almeno cinque anni, prima di denunciare lo stalker, gli abusi e le violenze.

Questa ricerca è stata realizzata, a seguito di un progetto voluto dalla Regione Lombardia, l’Ordine degli Avvocati milanesi ed il Tribunale di Milano, analizzando 120 procedimenti penali, dove è emerso che la percentuale più alta come tipologia di stalker, si aggira intorno ai 40 anni ed è italiano, con un lavoro come operaio o disoccupato.

Stalking: cos’è e cosa fare

Si tratta di un fenomeno di cui sentiamo parlare sempre più spesso. Definito reato dall’art. 612-bis del codice penale “Atti Persecutori” in base all’art. 7 della legge n. 38/2009, lo stalking può essere descritto come un insieme di comportamenti vessatori, sotto forma di minacce e atti lesivi, protratti nel tempo e causa di disagio, timore, stress e modifiche dello stile di vita di chi li subisce.

Lo stalking è una forma di persecuzione caratterizzata da comportamenti più o meno gravi: insistenti richieste di attenzioni attraverso sms e chiamate, terrorismo psicologico persistente, fino ad arrivare alla violenza fisica.

Una persona può definirsi vittima di stalking se: riceve telefonate moleste a qualsiasi ora del giorno e della notte; riceve tantissimi sms, lettere e/o e-mail; qualcuno si apposta nei pressi della sua casa, del luogo di lavoro e/o in altri posti in cui è solita recarsi; viene seguita; riceve regali inaspettati; qualcuno fa domande sul suo conto ad amici e parenti.

E ancora: vengono diffuse informazioni false che la riguardano, oppure sue foto e/o video; subisce minacce; vengono effettuati ordini di natura erotica a suo nome; macchina o motorino subiscono danni; qualcuno viola l’account della sua posta elettronica o dei social network; viene offesa con frasi ingiuriose (spesso di dominio pubblico, ad esempio scritte sui muri); viene fatto del male ai suoi animali; subisce violenze psicologiche e/o fisiche.

Cosa è possibile fare se ci si trova ad avere a che fare con uno stalker? Essendo riconosciuto come reato, è possibile presentare una querela, da sporgere entro sei mesi, con la quale la vittima di stalking palesa la sua volontà che l’autore del comportamento persecutorio sia punito penalmente.

In alternativa, la vittima può chiedere un ammonimentoFino a quando non è proposta querela per il reato di cui all’articolo 612-bis del codice penale, introdotto dall’articolo 7, la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta.”

Il questore, dopo aver valutato i fatti anche sulla base delle informazioni raccolte dagli investigatori, ammonisce verbalmente il molestatore invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge.

Ecco alcuni comportamenti utili per difendersi dallo stalking: tenere un diario in cui annotare date e ore di tutto ciò che lo stalker fa; chiarire, meglio se davanti a testimoni, che non si vuole più avere a che fare con lui; interrompere ogni tipo di contatto; cercare di mantenere la calma e dimostrarsi indifferenti; essere prudenti cercando di evitare posti isolati e cambiando spesso i propri itinerari; informare amici e parenti sulla situazione; registrare le chiamate e conservare sms e email; non esitare a chiedere aiuto e a sporgere denuncia.

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