Cosa sono i siti Pro Ana?

Basta digitare “pro ana” su google per vedere apparire una sfilza di siti e blog a favore dell’anoressia: una nuova piaga che rischia di rendere ancora più complesso questo fenomeno. Se prima si trattava di un disturbo celato, poco conosciuto e di cui quasi nessuno osava parlare, specialmente i soggetti colpiti, ora, al contrario, l’anoressia è diventata “Ana”, chiamata con un diminutivo proprio come si è soliti fare tra amici.

Le ragazze anoressiche si incontrano in questi blog, si scambiano opinioni, consigli, foto, si fanno forza a vicenda, unite nella battaglia contro i chili di troppo, contro i genitori e i medici che vorrebbero salvare loro la vita. Il pericolo più grande che si cela dietro questi siti è rappresentato proprio dal fatto che possono contrastare e compromettere il percorso terapeutico e psicologico a cui la paziente è stata sottoposta, rafforzando i sintomi e rendendo così ancora più lontana l’uscita dal tunnel.

“…Mi sento un totale schifo per avervi abbandonate, scusate, mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Sono un orrore umano… Voglio che mi aiutiate, voglio aiuto, ho bisogno di voi! Di consigli, di supporto..ma soprattutto, ho bisogno di persone che mi siano vicine e mi aiutino a resistere…!da cosa??Dal cibo. Da quell’ossessione continua che mi perseguita giorno e notte…”, è un frammento preso da uno di questi blog, poche frasi che però permettono di capire con cosa abbiamo a che fare.

È un canale attraverso il quale le ragazze si affidano l’una all’altra, danno e chiedono consigli su come liberarsi dalla fame, su come perdere chili il più velocemente possibile, rafforzano la loro ossessione per la magrezza perché è l’elemento che le lega, che le tiene unite, che le fa sentire parte di una sorta di “élite”.

Tutto questo è sbagliato e molto pericoloso: le ragazze anoressiche finiscono per vedere in questi blog l’unica fonte relazionale, escludendo altri canali più sani e utili nella cura della malattia. Il disordine alimentare, vissuto come assolutamente normale e scelta irrinunciabile, rischia così di andare incontro a una cronicizzazione dove la via d’uscita si fa sempre più lontana.

La soluzione consiste nell’intervenire in maniera netta: con l’oscurazione dei siti. Ma la rete, si sa, è un mare infinito in cui catturare i pesci non è affatto semplice: aprire un nuovo blog è questione di pochi minuti. Questo aspetto non deve però far desistere: oggi più che mai, visti i nuovi pericoli legati al web, deve essere incrementata la sensibilizzazione verso l’anoressia, “un’epidemia sociale” che rischia di diventare un modello di vita a cui aspirare.

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