Novità pensioni: i lavoratori precoci

Oggi, giovedì 19 maggio, i lavoratori precoci sono scesi in piazza per far sentire la loro voce in merito alle nuove manovre pensionistiche sui cui sta discutendo il Governo.

I lavoratori precoci sono quelli che hanno cominciato a lavorare prima dei 20 anni di età e che hanno quindi raggiunto i 42 anni di contributi ma non i 62 anni d’età.

La manifestazione, chiamata “A testa alta” e organizzata da CGIL-CISL-UIL, mira a focalizzare l’attenzione sulla quota 41: “Quarantuno anni di lavoro e dei relativi versamenti contributivi devono bastare per potersi ritirare – ha spiegato l’amministratore Moreno Barbuto – sono tanti, tantissimi, solo il pensiero di doverli lavorare tutti fa un certo effetto.”

Intanto, i lavori parlamentari continuano. Martedì 17 maggio è stata votata a larga maggioranza la mozione di Walter Rizzetto sui “Lavoratori maturi” all’interno della quale vengono chieste al governo, tra le altre, iniziative per garantire l’accesso pensionistico a quelle categorie che hanno subito penalizzazioni evidenti dalle recenti riforme in merito. Nella mozione sono citati a titolo di esempio i lavoratori precoci che attendono quota 41, ma anche i quota 96 della scuola e i cosiddetti “quindicenni”.

Sul tema è intervenuto anche Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera, il quale ha definito insufficienti le ultime proposte dal Governo, ponendo l’accento sulla necessità di disciogliere i nodi dei lavoratori precoci “che chiedono quota 41 da tempo e che per il momento non sono stati ascoltati.”

pensioni precoci- Renzi-Poletti

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