Nata a Milano il 19 settembre 1941 e morta all’età di 71 anni a Roma, Mariangela Melato resta una delle attrici più complete del panorama italiano che ha saputo regalare al pubblico sempre grandi interpretazioni in teatro come al cinema ed in Tv.

Ha iniziato i suoi studi di recitazione con Esperia Sperani e, dopo aver dato tanto sul palco teatrale lavorando con Dario Fo, Fantasio Piccoli, Luca Ronconi e Luchino Visconti, ha esordito nel cinema con il film horror Thomas e gli indemoniati di Pupi Avati.

Sarà la regista Lina Wertmuller e l’attore Giancarlo Giannini a portare alle stelle il suo successo negli anni ’70 grazie agli indimenticabili Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.

Tornò alla sua grande passione, il teatro, nella seconda parte della sua carriera concedendosi, di tanto in tanto, al cinema ed a qualche fiction televisiva.

 

Mariangela Melato: l’amore per il teatro prima del successo

Mariangela Melato ha studiato pittura all’Accademia di Brera quando era ancora giovanissima.

Disegnava manifesti e, per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani, lavorava come vetrinista alla Rinascente. Dopo la passione per l’arte visiva, ha scoperto la fotografia.

Non aveva ancora compiuto vent’anni quando entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli (1960) per, poi, lavorare con Dario Fo (1963-1965) e con Luchino Visconti (1966).

Fu L’Orlando furioso di Luca Ronconi (1968) a darle il primo grande successo insieme ad Alleluia brava gente (1971), commedia musicale di Garinei e Giovannini.

 

L’esperienza nel cinema di Mariangela Melato

Ha esordito nel cinema, come abbiamo detto, con il film Thomas e gli indemoniati di Pupi Avati e con Basta guardarla di Luciano Salce (1970), ma il suo vero successo arrivò l’anno dopo con Per grazia ricevuta di Nino Manfredi e La classe operaia va in paradiso di Elio Petri (1971) in cui lavora a fianco di Gian Maria Volonté.

A confermare e ravvivare il suo successo saranno anche registi come Steno, Vittorio De Sica, Francesco Massaro ma sarà Lina Wertmuller a consacrarla una delle più grandi stelle del cinema anni ’70 trovando in Giancarlo Giannini il suo partner perfetto nei film Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia (1973) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974).

Ha lavorato con attori del calibro di Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Gigi Proietti, Michele Placido, Alida Valli  e con registi (oltre a quelli già citati) come Sergio Corbucci, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Sergio Citti, Giuseppe Bertolucci, Franco Brusati.

Gli anni ’80 la vedono ancora molto richiesta nel circuito cinematografico: lavora con Mike Hodges (Flash Gordon), Pupi Avati (Aiutami a sognare), di nuovo con Brusati e Sergio Citti, con Valerio Orsini e, soprattutto, incontra Renzo Arbore.

Da Arbore si lascia dirigere nel film Il pap’occhio (1980) e si lascia amare, legandosi sentimentalmente per un lungo periodo della sua vita.

Mariangela Melato tra teatro, cinema e Tv

Tanto successo e tante offerte di lavoro non distoglieranno Mariangela Melato dal suo immenso amore per il teatro.

Ha interpretato personaggi importanti in tragedie come Medea, Fedra, in commedie come Vestire gli ignudi di Pirandello e la Bisbetica domata di Shakespeare.

Altre grandi interpretazioni teatrali degne di nota: Madre Coraggio, La Centaura, Il dolore, Chi ha paura di Virginia Woolf?

Negli anni ’90 e duemila, ha alternato i suoi impegni teatrali ad altre esperienze cinematografiche e televisive.

Ricordiamo i film La fine è nota di Cristina Comencini, Un uomo perbene di Maurizio Zaccaro, Panni sporchi di Mario Monicelli e Vieni via con me di Carlo Ventura, oltre ad un documentario sulla poetessa Alda Merini, Una donna da palcoscenico, realizzato nel 2009 da Cosimo Damiano Damato.

Ha lavorato in Tv partecipando a Scandalo, Una vita in gioco, Due volte vent’anni, Rebecca la prima moglie, L’avvocato delle donne e Filumena Marturano.

 

Premi e riconoscimenti

Nel periodo di maggior successo, Mariangela Melato ha ricevuto i premi più importanti della sua carriera. Ricordiamo, tra tutti, il David di Donatello alla migliore attrice per La poliziotta (1974), Caro Michele (1976), Il gatto (1977), Aiutami a sognare (1981), cinque Nastro d’argento alla miglior attrice, due Globi d’oro, un Ciak d’oro.

Il teatro l’ha premiata come migliore attrice con due premi Ubu (2002, 2011) e due premi Eleonora Duse (1987, 1999).

 

Mariangela Melato: vita privata

Fellini l’ha descritta “una via di mezzo tra una divinità egizia ed un extraterrestre: bella da togliere il fiato, con quello sguardo che sembra sfidare il mondo”.

Attrice versatile, completa, capace di interpretare qualsiasi ruolo, eccellente ballerina, tenace, determinata, una personalità fortissima e libera.

E’ sempre stata versatile e particolarmente attratta dall’arte fin da piccola.

Ha cambiato look diverse volte evidenziando il suo stile zingaresco, espressione di una vita vagabonda.

Mariangela Melato non si è mai sposata e non ha mai neanche convissuto, è sempre stata troppo indipendente per essere una moglie nel senso classico del termine.

E’ stata per diversi anni la compagna di Renzo Arbore che l’ha definita “la moglie che non ho sposato” e che aveva il dono della grazia in tutto ciò che faceva.

La loro storia, seppure con una separazione, è durata ben 42 anni.

Il suo primo amore a 18 anni è stato un fotografo da cui è ‘scappata’ per realizzare ciò che voleva a teatro, nel mondo dello spettacolo.

Il suo unico rimpianto è stato quello di non aver avuto figli, come ha dichiarato la sorella minore Anna Melato (cantante ed attrice).

Dopo essersi ammalata di tumore al pancreas, ha continuato a lavorare fino all’ultimo ed è morta in una clinica romana l’11 gennaio 2013 a Roma all’età di 71 anni.

 

Le migliori frasi di Mariangela Melato

 

“Bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più d’una”.

 

“Tendere sempre all’eccellenza significa, poi, fare i conti con una montagna di insicurezze”. 

 
“Sono convinta che apparteniamo ad un sesso meraviglioso, ciò che non mi sentirei di sostenere per gli uomini. Noi ci siamo svegliate, intendiamoci, nel bene e nel male”. 

 

“Recitare è un bisogno, come quello di amare o di andare in bagno”. 


“Nel primo amore conta di più il coinvolgimento sentimentale. Il sesso lo capisci meglio dopo. Ha bisogno di conoscenze tecniche e di consapevolezza. Bisogna arrivare a trent’anni per saperlo misurare”. 


“È illusorio pensare che chi ti chiede l’autografo ti consideri un mito: sei un fatto singolare, un animale strano, qualcosa da raccontare a un amico”. 

 

“Provo rabbia per il destino di queste ragazze che diventano preda di parrucchieri, stilisti, che pensano di usare il corpo per diventare dive prima che attrici. Dive o soprammobili: perché si sentono infrangibili o, forse, perché sono anche disposte ad andare in frantumi”.

 

“Una bella resistenza fisica, ecco quello che ci vuole: è la prima risposta che mi viene in mente quando tante ragazze mi chiedono consigli per diventare attrici”.

 

“Penso che l’uomo ideale non esista, che sia una nostra romantica invenzione sepolta viva sotto anni di cocenti delusioni”.

 

“Il peggio che può capitare ad un’attrice è un telefonino che squilla in sala ma anche il silenzio può essere tremendo. Ci sono due tipi di silenzi: quello partecipe, che è meraviglioso, e quello assente, terribile. Io li distinguo benissimo”.

 

“M’è piaciuto un mestiere dove piango, rido, m’angoscio ma comunque fingo”.

 

“Per non volare in basso nel mondo dello spettacolo si rischia l’ulcera”.

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