Gli ultimi dati contenuti nei rapporti Espad e Ispad del Cnr sono allarmanti: ben il 43% della popolazione compresa nella fascia d’eta’ tra i 15 e i 64 anni ha giocato almeno una volta delle somme di denaro. La somma pro capite che ogni anno gli italiani “investono” nel gioco e’ pari a 1500€,in pratica uno stipendio. Il fenomeno ludopatico e’ strettamente connesso all‘estrazione sociale ed al contrario di ciò che si potrebbe credere meno soldi si hanno e più si gioca. Il 47% degli italiani che gioca e’ infatti indigente,il 56% ha un reddito medio basso ed addirittura l’86% e’ cassa-integrato. Grandissima preoccupazione destano i dati riguardanti i giovanissimi:il 47,1% dei giocatori ha infatti un’eta’ compresa tra i 15 e i 19 anni.
Cos’e’ la ludopatia
La ludopatia e’ un disturbo comportamentale che rientra a pieno titolo nelle nuove dipendenze (o new addictions). Come il termine stesso ci suggerisce l’oggetto della dipendenza non sono sostanze psicotrope bensi’ il gioco d’azzardo,gioco accessibile ed alla portata di tutti ormai: basti pensare agli innumerevoli siti di scommesse e casino’ presenti su internet. Mentre una volta il giocatore era “relegato” in luoghi chiusi e discreti, oggi oltre alle postazioni di gioco fisiche come le sale slot e scommesse, e’ possibile giocare praticamente in ogni luogo e il fatto sconcertante e’ che le possibilità di gioco vengono fornite su un vassoio d’argento praticamente ovunque: dal tabaccaio al supermercato. Uno dei metodi preferiti resta comunque lo smartphone,almeno per la nuova generazione: il gioco on line da la possibilità di scommettere restando comodamente seduti sul divano di casa e sopratutto da un grandissimo senso di privacy e protezione, caratteristiche che rendono il gioco ancora più accattivante e compulsivo.
Fondamentalmente la ludopatia e’ definita patologicamente come l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o di fare scommesse,nonostante che l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze.
La patologia spesso comporta anche il mettere da parte le normali attività quotidiane per dedicarsi completamente al gioco, nei casi estremi può portare addirittura al suicidio. Compromette in modo grave la qualità della vita di chi ne e’ affetto ed anche quella dei suoi familiari, non sono rari casi di divorzio, perdita del posto di lavoro, dipendenza da sostanze stupefacenti e tracolli finanziari.
Più’ di ogni altra droga, la ludopatia modifica per sempre il nostro sistema nervoso:nell’ippocampo del giocatore patologico determinate informazioni (gioco,vinco,gioco ancora fino quando non vinco) restano scritte per sempre. Esattamente come avviene con le droghe , le vincite stimolano il centro celebrale del piacere a produrre dopamina, generatrice di benessere e gratificazione. Ciò stimola il desiderio di giocare e vincere. E’ una malattia che parte dal profondo e da cui non si guarisce mai completamente: le cure la tengono a bada fino a renderla sintomatica, ma basta un minimo stimolo che può essere la visione di una pubblicità o il ritrovarsi accanto ad una slot per scatenare nuovamente la malattia.
Cause
Ad oggi le cause della ludopatia restano ignote,ma diversi studiosi concordano sull’esistenza di alcuni fattori di rischio. Vediamone alcuni:
La familiarità :nelle famiglie in cui ci sono componenti dediti al gioco e’ più probabile che i figli sviluppino la stessa patologia.
Essere affetti da altri disturbi del comportamento:disturbi dell’umore,tossicodipendenza, deficit di attenzione e iperattività possono condurre alla ludopatia.
L’impulsività e’ un aspetto predominante delle persone soggette a ludopatia:i livelli di impulsività possono infatti influenzare l’esordio di un disturbo del controllo degli impulsi come il gioco d’azzardo patologico o l’uso di sostanze psicotrope.
L’eta e’ un altro fattore determinante:come abbiamo visto infatti la maggior parte dei giocatori patologici rientra in una fascia d’eta compresa tra i 19 e i 50 anni
L’assunzione di farmaci (dipanino-agonisti)per la cura della malattia del pakinson e della sindrome delle gambe senza riposo.
La scarsa consapevolezza del reale funzionamento del gioco d’azzardo: la mancata conoscenza porta infatti il giocatore a sovrastimare le probabilità individuali di vittoria e la sua convinzione di poter adottare specifiche strategie per poterla aumentare.
Elevata esposizione all’offerta di gioco:come abbiamo gia visto,la società attuale ha ormai sdoganato infinite possibilità di gioco.
I sintomi
Anzitutto e’ bene ricordare che la dipendenza da gioco d’azzardo non ha sintomi palesemente visibili e proprio per questo motivo viene definita come “malattia nascosta”.Secondo gli esperti pero’ esistono una serie di sintomi che dovrebbero farci scattare il campanello d’allarme. I più noti sono:
La costante necessita di nascondere a familiari e parenti il reale volume del proprio gioco per timore di essere giudicati.
Il tentare di recuperare i soldi persi non limitandosi a fare ricorso alle proprie risorse, ma sottraendo denaro destinato a tutt’altro, lasciando spesso i familiari privi dello stretto indispensabile. L’indebitamento ed il ricorso alle carte di credito e’ purtroppo una costante di questa patologia. Può essere definita come una tassa sulla povertà se vogliamo:i soldi investiti nel gioco aumentano nei periodi di crisi,tanto è che abbiamo visto che i maggior giocatori sono i disoccupati e chi ha un basso reddito.
Familiari ed amici riconoscono la reale presenza di un problema ma il ludopatico non solo non lo vede, ma ha l’assurda autoconvinzione di poter smettere quando vuole.
La dilatazione del tempo: oltre a sperperare denaro,il giocatore dipendente non e’ in grado di controllare il tempo. Che si tratti di un gioco virtuale o reale, il giocatore ha difficolta a staccarsene.
Il gioco come fuga dalla realtà’: il momento ludico dovrebbe essere vissuto al pari di un attimo di pausa al bar per un caffè o una serata al cinema. Il ludopatico trova invece in quegli attimi un varco di fuga per alienarsi dalla realtà ,spesso per fuggire da una vita di stenti o da problemi sentimentali.
Fare di tutto per ottenere soldi da investire sul gioco:sintomo estremo ma purtroppo reale e tangibile. Spesso il ludopatico imbroglia o si macchia di qualche reato pur di ottenere soldi da destinare al gioco.
Il gioco rende irritabili:la chimera che il ludopadico insegue e’ quella della vincita di grosse somme o comunque della riparazione dei proprio debiti, creati principalmente proprio dal gioco stesso. Naturalmente, nella stragrande maggioranza dei casi, non si assiste mai ad una vittoria che colmi i bisogni del giocatore il quale, una perdita dopo l’altra,finisce in uno stato di frustrazione profondo diventando scontroso con amici e parenti, apatico e asociale.Questo dettaglio non passera ‘ in secondo piano agli occhi degli altri, i quali capiranno sicuramente che c’e un problema di fondo da risolvere.
Tendenze suicide e poco attaccamento alla vita:la dipendenza dal gioco d’azzardo può sembrare meno grave rispetto all’alcolismo o al consumo di stupefacenti, ma cosi non e’. L’ultimo passo,di solito accompagnato da pesanti debiti, e’ il suicidio.
Come si cura
Come abbiamo gia’ detto la dipendenza da gioco d’azzardo e’ a tutti gli effetti una malattia .In Italia il problema non e’ ancora stato trattato in maniera omogenea, dunque dovremo far ricorso alle risorse presenti sul nostro territorio.Non e’ raro trovare associazioni che se ne occupino , cosi come i servizi per le dipendenze patologiche, i cosi detti Sert, dove solitamente sono presenti equipe che valutano, diagnosticano e curano questo tipo di patologia.
Per la cura della ludopatia esistono anche terapie farmacologiche che sono pero inefficaci se non vengono accompagnate da un adeguato percorso di psicoterapia cognitivo -comportamentale: il fine è quello di neutralizzare il bisogno di giocare del malato.
Scritto da Cristina De Marchis