Ikea si censura in rispetto della legge anti-gay in Russia

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Ikea, per non avere problemi con la legge anti-gay, ha deciso di eliminare la storia di una coppia di donne omosessuali britanniche dal catalogo russo.

Le protagoniste di questa storia sono Clara e Kirsty. Le due donne condividono un appartamento a Londra, un loft di proprietà della mamma di Clara. La loro casa, e il modo in cui hanno dovuto adattarlo in seguito alla nascita del loro bambino, è finita sul numero di dicembre del magazine dell’azienda. La storia trova spazio sui cataloghi di tutto il mondo, tranne che in quello russo, dove  le pagine sono state prontamente eliminate.

Il motivo, come spiegato dalla portavoce di Ikea, Ylva Magnusson, è legato alla legge approvata lo scorso gennaio dal parlamento russo, un provvedimento che vieta “la propaganda gay e prevede,  per chi promuove “orientamenti sessuali non tradizionali” verso minori di 18 anni, multe molto pesanti.

Da qui la decisione di sostituire la storia di Clara e Kirsty con un altro articolo “Pensiamo che le nostre operazioni in Russia, sul lungo termine, possono avere un effetto positivo sulla società” ha inoltre sottolineato la Magnusson. Scelta che non è per niente piaciuta alle associazioni gay: la comunità Lgbt in Svezia ha accusato l’azienda svedese di vigliaccheria.

Non è la prima censura che riguarda Ikea e la Russia: l’anno scorso l’azienda aveva eliminato dal suo sito la foto di quattro ragazzi seduti sul divano con indosso dei passamontagna colorati. Lo scatto era un chiaro riferimento alle Pussy Riot, band accusata di teppismo per la preghiera punk contro Putin nella cattedrale di Mosca. L’immagine era stata pubblicata da un utente russo in relazione al concorso per scegliere la miglior copertina del catalogo Ikea. “Siamo un’organizzazione commerciale indipendente da qualsiasi visione politica e religiosa”, si era giustificata l’azienda.

Sempre l’anno scorso, Ikea era stata oggetto di critiche per la scelta di rimuovere le donne dal catalogo diffuso in Arabia Saudita.

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