Come riconoscere un assassino
Secondo un recente studio condotto da due criminologi della University of Texas di Dallas, Ashbel Smith e Alex Piquero, è possibile individuare cinque fattori che aumenterebbero le probabilità di commettere un omicidio.
La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Youth Violence and Juvenile Justice, è stata effettuata analizzando il profilo psicologico di 1.300 giovani americani sotto processo per gravi crimini: l’obbiettivo era quello di individuare eventuali similitudini che permettessero di determinare a priori un possibile omicida.
“Quello che ci siamo chiesti è se è possibile distinguere una persona condannata per omicidio utilizzando un ampio set di caratteristiche che sappiamo funzionare per predire e differenziare altre categorie di crimini”, spiega Piquero.
I ricercatori sono riusciti a individuare cinque fattori di rischio che aiutano a distinguere un omicida da un criminale di altro tipo. Le caratteristiche sono le seguenti: età, basso quoziente intellettivo, alta esposizione alla violenza, vivere in quartieri disordinati, abitudine di girare armati.
Un’ulteriore analisi ha permesso di restringere la lista a soli due fattori, ovvero quelli con una rilevanza maggiore nell’identikit di un possibile omicida: basso quoziente intellettivo e alta esposizione alla violenza.
Due caratteristiche che si associano però altri due elementi: predisposizione a commettere crimini e atteggiamenti antisociali.
“Gli adolescenti che crescono in un ambiente violento possono imparare a considerare normale affrontare i loro problemi attraverso la violenza – dichiara Smith -. Se questi adolescenti si vengono a trovare in situazioni in cui l’uso della violenza è una possibilità, possono optare per questa opzione perché hanno imparato a considerarlo giusto o necessario in tale contesto.”
Tali risultati non individuano l’esistenza di assassini nati, bensì fattori in grado di aumentare il rischio che un giovane commetta un omicidio.
I vari Paesi dovrebbero, secondo i due studiosi, realizzare un piano di prevenzione atto a debellare quei comportamenti antisociali che rappresentano un grande fattore di rischio. In questo modo, sostengono, è possibile ridurre la deriva criminale.