Pensione lontana per i nati dopo il 1980
Chi è nato dopo il 1980 rischia di andare in pensione a 75 anni. A lanciare l’allarme è Tito Boeri, presidente dell’Inps. La causa è da ricercare nella disoccupazione giovanile. La discontinuità contributiva, spiega Boeri, va a incidere pesantemente sull’età pensionabile.
L’Inps ha condotto uno studio apposito sulla classe 1980 prendendo in considerazione l’universo dei lavoratori dipendenti ma anche gli artigiani.
“Non voglio terrorizzare ma solo rendere consapevoli dell’importanza della continuità contributiva – sottolinea Boeri -. L’uscita flessibile è un tema che va affrontato non fra cinque anni ma, credo, adesso.”
Il presidente continua a sollecitare l’intervento del Governo in tempi stretti: “Dato il livello della disoccupazione giovanile e dato che rischiamo di avere intere generazioni perdute nel Paese, e dato che invece abbiamo bisogno di quel capitale umano, credo sia molto importante fare questa operazione in tempi stretti.” Altrimenti, saranno saranno tempi bui per “la generazione più istruita di sempre” e, quindi, anche per il nostro Paese, costretto a fare a meno di un apporto sicuramente altamente significativo.
Negli ultimi giorni, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha parlato del part time agevolato per i lavoratori a cui mancano tre anni alla pensione. Per Boeri si tratta di “una sperimentazione” che verrà seguita “con estrema attenzione e daremo i dati su quante persone la utilizzeranno. Ci sono dei limiti di stanziamento, ma in ogni caso non potranno essere più di 30 mila lavoratori nel giro di tre anni.” Troppo pochi per dare il via a una vera staffetta generazionale.
Intanto, in settimana, dovrebbero partire le prime 150 mila buste arancioni con le informazioni sulla pensione futura.