Baby squillo romane, la madre alla figlia: “Prima il lavoro, poi gli studi. Sennò ti ritiro”

Madre istigava la figlia a prostituirsi

Conversazioni da far accapponare la pelle quelle tra una delle due baby squillo romane e la madre, arrestata insieme ad altre quattro persone. Le telefonate tra la donna e la ragazzina quattordicenne dimostrano come non solo la madre fosse a conoscenza di tutto ma spronasse addirittura la figlia a lavorare di più, arrivando persino a dirle che l’avrebbe ritirata da scuola: il lavoro prima di tutto!

“Senti un po’… ma tu che fai? Non te movi oggi?” dice al telefono alla figlia. “No mà, perché sto male e… già ho detto…” risponde lei. “E come facciamo?… Perché io sto a corto, dobbiamo recupera’…” incalza la donna, incurante del malessere della figlia. “Eh, mo’ vedo che posso fà… comunque pure se, eh… comincio tardi… cioè oggi ma veramente sto male… domani dopo scuola si vede, dai…”. “Ma ce la facciamo a recuperarla sta settimana?” – chiede preoccupata la madre – “Ma come no, a voglia…”, la rassicura la figlia.

I soldi non servivano solo per spese necessarie ma anche per acquisti extra, come i biglietti per uno spettacolo. Per avere i soldi a disposizione, la donna era disposta a chiedere alla figlia di lavorare di più, anche se questo significava sottrarre tempo ai suoi studi. “Mi ha chiamato la tua professoressa di latino… voleva sapere perché non stai andando… gli ho detto che non si sente bene … mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no… ci prendiamo in giro… andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo…”. “Ma io voglio andarci a scuola… è solo che non c’ho tempo per fare i compiti…”. “Allora devi fare una scelta… puoi alternare i giorni… qui una soluzione bisogna trovarla… rifletti bene su questo aspetto della scuola… se no… ti ritiro…”. “Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni… ci voglio andare… però non voglio andarci senza aver fatto i compiti…”.