Forse i ragazzi di questa vicenda si sono fatti ispirare dal film cult “Blow” dove il protagonista “Boston” in poco tempo diventa, da semplice spacciatore, il signore incontrastato della droga.
Così una quarantina di giovani genovesi tra i 13 e 17 anni, alcuni maggiorenni e alcuni appartenenti alle frange di tifoserie locali estreme, forse sognando quest’ascesa, spacciavano marijuana e hashish nel centro storico e nei quartieri Marassi, San Fruttuoso e Quarto.
Il commissariato Foce-Sturla, dopo alcune intercettazioni telefoniche, hanno indagati per spaccio una ventina di ragazzi e, durante le perquisizioni, oltre la droga, hanno trovato anche alcuni rudimentali ordigni esplosivi, forse fabbricati per essere utilizzati durante gli incontri di calcio.
I ragazzi, parlando in codice al cellulare pensavano di essere al sicuro, ma i miei colleghi sono riusciti comunque a decifrare il loro linguaggio e così hanno stilato la curiosa “stele di Rosetta” dell’operazione e così per esempio chiedere droga si traduceva con “aiuto, adesivo, favore”, saltato con “brillato”, i contanti con “Cunt/Kuntz”, mentre maijuana con “Ganja” e hashish era “Scitto”.

Con «After» segnalavano quando erano sconvolti e “prendermi bene” stava per drogarmi.
Mi dispiace constatare il tanto ingegno sprecato dei ragazzi per una discutibile attività, spero per il futuro che lo usino per altri scopi, magari più nobili.

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