Agorafobia: cos’è e come si combatte

L’agorafobia ovvero la paura degli spazi aperti,  è una sensazione di ansia e disagio che si prova quando la persona si trova in luoghi  non familiari.

L’ agorafobico  ha paura a stare fuori casa da solo, di entrare nei negozi trovarsi in mezzo a una folla o in un treno e quando questa prende il sopravvento desidera rifugiarsi immediatamente in luoghi più sicuri.

Sicuramente l’agorafobia non è un disturbo facile da identificare.

Per curarla è bene sottoporsi a un trattamento psicologico, e riorganizzare i propri stati psicofisici ritrovando fiducia in se stessi. Assolutamente vietato chiudersi in se stessi, sentirsi inadeguati o malati e prendere ansiolitici e farmaci fai dai te.

Cause

L’ agorafobia puo’ essere causata da un insieme di fattori ambientali , fisici e psicologici.

L’agorafobia appartiene alla classe dei disturbi d’ansia, si manifesta quando una persona comincia ad evitare situazioni, luoghi, persone, tutto questo provoca ansia e attacchi di panico.

Alla base di questa paura sussiste quasi sempre un disagio interno che porta le persone a sentirsi inadeguate, e alla ricerca continua di una figura che li protegga. Inoltre, la paura che essa possa ripetersi da un momento all’altro puo’ instaurare un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire e che puo’ provocare, nei casi più gravi, violenti attacchi di panico.

Agorafobia può dipendere dalla timidezza

Timidezza e vergogna accompagnano la vita di molte persone, compromettendo le relazioni sociali e rendendo difficoltosa la carriera scolastica e lavorativa.

La persona timida viene bloccata dal suo stesso carattere. La timidezza può infatti essere definita come un’inibizione del comportamento. Un’azione che altre persone svolgono senza nessun problema, come, ad esempio, esprimere la propria opinione, per un individuo timido può essere estremamente difficile, se non impossibile.

La timidezza è un sentimento piuttosto diffuso, e colpisce indistintamente sia gli uomini che le donne, prevalentemente in età adolescenziale e giovanile.

Non è uguale per tutti, ma cambia da individuo a individuo, e può essere più o meno forte. Può essere solo un leggere disagio o dare origine a dei veri e propri blocchi, fobie e chiusura sociale.

La persona timida evita certe situazioni e comportamenti per paura del giudizio altrui o di sbagliare. Il terrore delle figuracce è sempre dietro l’angolo. Si sottovaluta, ha un’opinione fortemente negativa di sé e ciò determina in lui il timore di non essere accettato e ben visto dagli altri.

Non si sente a suo agio in mezzo ad altre persone perché è convinto di non avere i requisiti per parlare con loro, considerati ben al di sopra di lui.

La timidezza, dunque, non solo blocca sul nascere la spontaneità e il modo di comportarsi, ma rappresenta anche una critica severa verso se stessi. Per questo motivo non è semplice sconfiggerla.

Spronare la persona a vincere la sua timidezza e a mettersi in gioco serve a poco. Ci avrà già provato da solo tantissime volte, ma senza successo.

L’individuo deve analizzarsi, indagare e individuare le ragioni della sua timidezza. Deve capire come è nato il suo senso di vergogna. Una volta compiuto questo passo, potrà passare a quello successivo: la modifica.

Il percorso terapeutico che è solito dare i risultati migliori è quello della terapia ipnotica-immaginativa.

Si tratta di un ritorno nel passato, quando si sono verificati gli episodi di rifiuto o di scarsa accettazione. Il paziente dovrà immaginare le persone coinvolte mentre gli chiedono scusa e mostrano affetto nei suoi confronti.