Che cos’è l’ablutofobia

L’ablutofobia è la paura di lavarsi, di farsi il bagno oppure la doccia ed è un disturbo d’ansia che rientra nella categoria delle fobie specifiche. Ma cosa sono le fobie specifiche? Sono quelle particolari situazioni in cui delle paure irrazionali, concentrate di solito su una specifica situazione, possono disturbare la vita di una persona.

Nel mondo la gente che soffre di una particolare fobia è davvero moltissima; basti pensare che soltanto negli Stati Uniti 19,2 milioni di persone soffrono di un qualche tipo di fobia. L’ablutofobia è però molto più comune nelle donne e nei bambini rispetto agli uomini. Secondo alcuni studi, poi è emerso che i bambini tendono a sviluppare fobie specifiche, come l’ablutofobia, tra i 7 e gli 11 anni.

Quali sono i sintomi

In generale tutte le persone fobiche, anche quelle che soffrono di questa determinata paura, presentano tutte gli stessi sintomi. In questo caso essi possono verificarsi quando la persona affetta da ablutofobia si trova a fare il bagno, o comunque a doversi lavare.

Questi sintomi che possono verificarsi anche solo al pensiero di doversi lavare includono:

  • Intensa paura o ansia che aumenta il più vicino si arriva alla situazione
  • Attacchi di panico
  • Consapevolezza che la paura è irrazionale ma comunque si è incapaci di fermarla
  • Rifiuto di volersi lavare o fare il bagno;
  • Sudorazione
  • Battito accelerato
  • Respirazione difficoltosa
  • Sentire improvvisamente caldo o freddo
  • Vertigini
  • Bocca asciutta

Quali sono le cause di questa fobia

Le cause delle fobie specifiche come ad esempio l’ablutofobia, tutt’oggi ancora non sono completamente comprese. Ciò nonostante la causa solitamente ha a che fare con una delle seguenti categorie:

  • Esperienza negativa: la persona ha avuto una sorta di esperienza traumatica collegata al bagno o al lavaggio;
  • La genetica: è probabile infatti che i soggetti che soffrono di questa paura abbiano anche uno dei genitori che soffre della stessa fobia
  • Cambiamenti nel funzionamento del cervello: questo include lesioni, invecchiamento e altro.

È anche possibile che alcune persone sviluppino una fobia specifica come questa dopo aver appreso di qualche evento tragico o pericoloso associato in questo caso al lavarsi. Un esempio potrebbe essere una notizia su qualcuno che si è fatto male n uno strano incidente nella vasca da bagno.

Come viene diagnosticata l’ablutofobia

Una persona che sospetta di soffrire di questa fobia, per prima cosa dovrà consultarsi con il proprio medico di base. Egli, infatti, sarà in grado di determinare se il paziente soffre di una qualche lesione o malattia fisica che potrebbe causare l’ablutofobia.

Nel caso in cui il medico non dovesse rivelare nulla di fisico, è allora probabile che si tratti di un disturbo d’ansia, ed il paziente verrà quindi reindirizzato verso uno specialista della salute mentale.

Quest’ultimo inizierà poi con un colloquio clinico dove verrà chiesto al paziente qual è la storia medica e psichiatrica sua e delle famiglia. Attraverso quest’intervista, lo specialista utilizzerà dei criteri diagnostici che lo aiuteranno ad arrivare ad una diagnosi finale.

Ablutofobia: come viene trattata e gestita

Non è insolito trovare pazienti che non trattano a dovere questa fobia, per il semplice fatto che non pensano che esista un trattamento che possa aiutarli, ma questa convinzione è sbagliata perché per loro esistono dei trattamenti efficaci.

Il primo trattamento per esempio è la psicoterapia. In generale i trattamenti di psicoterapia comprendono: terapia espositiva e terapia cognitivo-comportamentale (CBT). La prima il paziente verrà esposto in modo graduale alla balneazione oppure al lavaggio. Da questa esposizione graduale, esso imparerà a gestire al meglio i cattivi sentimenti e l’ansia scatenati dalla fobia.

La CBT poi può anche essere combinata alla terapia espositiva. Pian piano che il paziente di esporrà gradualmente al bagno, imparerà alcune tecniche che potranno aiutarlo a modificare la sua visione del bagno; in modo tale da riuscire a ridurre sia l’ansia che la paura.

Solitamente la psicoterapia risulta essere il trattamento più efficace nel trattare l’ablutofobia. Però in alcuni casi il medico può anche decidere di prescrivere dei farmaci per ridurre l’ansia e la paura. Questi medicinali di solito vengono utilizzati come trattamento a breve termine e vengono sempre associati alla psicoterapia.

Come parte dei piano di trattamento, poi, il medico potrebbe anche raccomandare alcuni cambiamenti nello stile di vita, oppure dei trattamenti domiciliari. Questi ultimi possono includere:

  • esercizi di consapevolezza, come la meditazione
  • tecniche di rilassamento, come lo yoga e la respirazione profonda
  • aumentare l’attività fisica (l’esercizio fisico può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia)
Complicazioni dell’ablutofobia

L’ablutofobia è una patologia reale, e mentre alcune fobie risultano abbastanza facili da evitare questa non lo è. Può essere devastante per chi ne soffre perché fare il bagno e lavarsi sono attività quotidiane a cui non ci si può sottrarre. Quindi se non trattata nel modo più adeguato possibile, questa fobia potrebbe portare a complicazioni quali:

  • Isolamento: le persone che non fanno il bagno regolarmente o per nulla, potrebbero gradualmente diventare socialmente isolate.
  • Depressione: l’isolamento sociale o solo la schiacciante paura di fare il bagno può causare l’esperienza della depressione.
  • Uso intensivo di droghe o alcol: alcune persone affette da questa problematica, potrebbero decidere di combattere la loro paura e ansia usando droghe pesanti o alcol. Ma anche l’isolamento sociale potrebbe aumentare il rischio di utilizzare queste due sostanze dannose.
L’ablutofobia si può tenere dunque sotto controllo?

La cosa più importante che le persone affette da ablutofobia devono sapere, è che esistono trattamenti che possono aiutarli a gestire e anche a superare questa paura. Se chi ne è affetto non riesce a fare il bagno perché troppo ansioso o terrorizzato, è importante che si rivolga subito ad un medico. Con il suo aiuto, infatti è possibile creare un piano di trattamento e delle strategie di gestione.

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